Incremento a Milano: “E’ un pò di giorni che parlo della battaglia di Milano. Mi aspettavo che uscissero i casi manifesti, cosa che non poteva essere impedita dalle misure di distanza sociale, perché si tratta di infezioni partite prima delle misure prese. Ora ci aspettiamo l’ondata”.
Come leggere i dati del Centro-Sud? “Abbiamo ancora la grande occasione di fermare i nuovi focolai, se si riuscirà a fare una politica di controllo sui contatti dei nuovi positivi. Se ci si riesce, si fermerà il dilagare del virus. Molte aree avrebbero più difficoltà ad affrontarlo rispetto a quanto accaduto al Nord. Se non si riuscirà in questo, sarà un periodo duro”.
In tanti si interrogano sui tempi. Lei cosa può dire? “Se riusciamo a contenere validamente, siamo nella condizione di poter sperare di cavarcela in un tempo ragionevole, che comunque è tutt’altro che trascurabile e che non potrà essere breve. I numeri attuali ci fanno dire questo”.
Si può dire che prima di settembre-ottobre è complicato riaprire uno stadio? “Si deve pensare già alla prossima stagione, lo dico con dolore”.
Le norme attuate sono servite finora? “Quello fatto finora supera quello che hanno fatto gli altri Paesi europei. I cinesi hanno fatto di più di noi, per alcuni aspetti, avendo anche il modo di farlo. Noi però ci siamo mossi in maniera importante”.
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