Si definisce stressato il 64% degli intervistati del Nord Ovest, il 59% del Nord Est e del Centro, il 67% del Sud e delle Isole. Cresce l’influenza della vicenda coronavirus sulla condizione psicologica degli italiani.
A livello nazionale secondo gli intervistati pesava sullo stato di stress al 62% il 24 febbraio, al 50% il 2 marzo, al 75% il 9 marzo, al 76% il 16 marzo per raggiungere oggi un’incidenza dell’82% e al Sud in particolare il Covid-19 condiziona all’88% (+16% in una settimana).
”Si rileva un crescente malessere di fronte alla perdurante emergenza sanitaria – dichiara David Lazzari, Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi – per questo vanno messe in campo opportune azioni e strategie. Gli psicologi stanno facendo la loro parte a livello nazionale e sul territorio con una mobilitazione senza precedenti. Ma il volontariato non può sostituirsi al servizio pubblico, è necessario che siano reclutati psicologi negli ospedali, nell’assistenza territoriale, nelle carceri”.
“I pronto soccorso sono pieni di persone con attacchi di panico e non ci sono psicologi. Il distanziamento sociale, la paura e l’incertezza sul futuro hanno portato lo stress a livelli mai toccati. Gli italiani hanno bisogno di messaggi chiari sia sulla situazione attuale sia sulle prospettive economiche e occupazionali del post emergenza”.