Sei candelabri illuminano il sagrato vuoto, in questo venerdì di quaresima trasformato dal vescovo di Roma in un momento di preghiera unico, storico e straordinario nel tempo della pandemia da coronavirus.
Il Papa ascolta il passo del Vangelo di Marco che racconta dello smarrimento e della paura dei discepoli quando in barca sono sorpresi da una improvvisa tempesta.
“Con la tempesta, – commenta nella sua omelia dedicata alle difficoltà del momento presente – è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”.
E ancora: “Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità”.
Poi, l’ostensione del Santissimo sacramento e la benedizione Urbi et Orbi, con la possibilità data a tutti di ricevere l’indulgenza plenaria, ovunque, davanti a qualsiasi mezzo e/o tecnologia, anche solo desiderandola.
Questa immagine rimarrà sempre impressa nei nostri occhi e nel
nostro cuore . Il Papa,solo, in piazza San Pietro ma vicino, a tutti noi, nella preghiera e nel dolore condiviso dall’intera umanità , della Croce .Grazie .