«Il nostro obiettivo è assicurare liquidità a famiglie, imprese e lavoratori — ha detto ancora il capo del governo —. E stiamo rivedendo le misure di protezione sociale ampliando le fasce da coprire». Anche perché, ha sottolineato, non ci sono ancora dati che possano far pensare ad una ripresa delle attività bloccate. Di certo, però, «scuole e università non riapriranno il 3 aprile»
L’intervento di Conte è arrivato a poca distanza dalle parole della presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Layen, che aveva di fatto bocciato l’ipotesi dei «coronabond» europei per aiutare gli Stati alle prese con l’emergenza epidemia. « Il compito della proposta non è rimesso alla presidente della commissione, le proposte le elaborerà l’Eurogruppo» ha sottolineato il presidente del Consiglio. «Quello che mi permetto di dire — ha aggiunto — è che l’Europa deve dimostrare di essere all’altezza di questa chiamata della storia. E’ uno shock simmetrico che riguarda tutti gli stati membri, nessuno è esente». E ancora: «Non c’è uno Stato membro che si salva da solo. Si tratta di dimostrarsi inadeguati o no. L’Italia è consapevole della reazione poderosa che la storia ci chiama ad operare. Non passerò alla storia come chi non ha fatto nulla, mi batterò fino all’ultima goccia di sudore».
La speranza guarigioni
Conte aveva esordito rivolgendo un pensiero alle vittime del coronavirus, che sono salite in Italia a più di 10 mila, e ai loro famigliari. Ma, riferendosi al bollettino quotidiano dei dati, ha detto anche di sentirsi incoraggiato dal numero dei guariti, che oggi ha registrato il numero più alto dell’ultima settimana, e ha spiegato che «all’inizio della prossima settimana ci sarà un confronto con gli scienziati del comitato tecnico scientifico e confidiamo che ci portino delle buone notizie». In ogni caso, ha aggiunto, «ci manteniamo sempre vigili e attenti per adeguare le nostre valutazioni».