Sì, la politica! Quella di chi fino a pochi giorni fa faceva credere che fosse “diverso” e da tenere a distanza chi tale non è. E’ bastato un virus per farci trovare nella stessa condizione di chi ci chiede accoglienza, per farci sentire non più accettati al primo colpo di tosse. La politica in questi ultimi giorni ha visto un rapido cambio di rotta.
Lavoro a oltranza, unità di intenti, richiamo alla responsabilità. Nessuno ha la bacchetta magica: ogni provvedimento può essere contestato per le ricadute che avrà, ma stiamo
percependo un reale interesse verso il Paese. Quando saremo usciti dall’emergenza, probabilmente avremo fatto tesoro del fatto che le continue diatribe, il desiderio di primeggiare, non ci portano da nessuna parte: allora -ma forse sono troppo ottimista- riusciremo a capire il reale significato della parola POLITICA.
A fronte di ciò sta a noi cittadini diventare responsabili. In questi giorni in tanti non hanno rispettato le varie ordinanze, contribuendo al contagio. Una democrazia mal compresa ci ha portato a tentare di bypassare ogni regola, e il ricorso alle sanzioni si rende ora necessario. Magari riusciremo a tornare anche a quella certezza della pena la cui mancanza ha contribuito a rendere il popolo italiano un popolo di furbi agli occhi del mondo.
Il virus ci ha fatto capire che è giunto il momento di cominciare a ritrovare noi stessi nel rapporto con l’ambiente -l’unico che in questa fase ne sta trovando reale giovamento, grazie alla riduzione dei consumie con l’ ”altro”.
Ah, l’ “altro”! Quanto ci manca in questo periodo in cui siamo tutti obbligati a stare in casa.
In un mondo che vive di rapporti (ci sarebbe da chiedersi se reali o fittizi), nel quale i social (che in questa particolare fase sono strumenti preziosi) hanno preso il sopravvento, stiamo capendo che ci manca la presenza fisica.
Le decisioni che il nostro Governo, con grande senso di responsabilità, è stato costretto a
prendere, ci tengono fisicamente lontani da parenti, amici, colleghi. Stiamo realizzando (e forse lo capiranno i nostri giovani) che darsi la mano, scambiarsi un abbraccio, fare lezione “in presenza”, non sono attività surrogabili.
Riflettere su ciò che davamo per scontato può essere utile e se, passata questa fase di
emergenza, saremo capaci di far tesoro di ciò che abbiamo appreso, il virus sarà servito a qualcosa. Direi di più. Ci sta già mostrando gli enormi pregi del nostro Paese: un sistema sanitario PUBBLICO più che efficiente, il cui personale sta assicurando, con enormi sacrifici e rischi personali, un servizio impeccabile a tutela della salute pubblica; un sistema scolastico che ora più che mai riconosciamo come indispensabile.
Da Dirigente scolastico, ora distaccato al Ministero, presente in tante chat, posso affermare, senza timore di smentite, che il Ministero, i colleghi Dirigenti (operativi 24 ore su 24), i docenti, le associazioni, il personale tutto della scuola, con notevoli sacrifici, dovuti anche agli aspetti amministrativo/gestionali delle scuole, si stanno rimboccando le maniche per poter gestire l’emergenza e garantire, anche a distanza, attraverso l’utilizzo di piattaforme digitali e metodologie alternative, quella presenza indispensabile per la
formazione dei ragazzi.
Vicinanza anche a chi in questi giorni, con grande senso civico, ha sospeso la propria attività nel rispetto delle ordinanze, con gravi perdite economiche, e a tutti i lavoratori che stanno perdendo o rischiando il posto.
Nonostante tutto, l’Italia sta dando una lezione al mondo; una lezione a chi finora ha tenuto nascosti i casi di contagio, a chi ha un sistema di sanità privata che garantisce i soli ricchi, a chi ci ha finora criticato e ora ci lascia alle porte, chiudendo le frontiere. Questa emergenza verrà superata solo se resteremo uniti. In bocca al lupo Italia!
Dott.sa Annalisa Frigenti
Dirigente IC San Tommaso d’ Aquino di Salerno
Attualmente in servizio presso Uff VIII del Ministero dell’Istruzione
Grazie