Altre professioniste italiane si sono invece viste costrette a chiedere aiuto ad associazioni ed enti come la Caritas per riuscire a sopravvivere. Durante l’anno in media lavorano online circa 120mila escort in Italia, e i mesi più redditizi sono aprile, maggio e ottobre.
Un sondaggio realizzato da Escort Advisor tra le escort professioniste mostra che il 46% ha detto assolutamente non farà richiesta all’Inps o ad altri enti perché non ne ha bisogno, mentre il 28% pensa che se la crisi durerà pochi mesi se la caverà. Il 14% non esclude che debba chiedere aiuto a partire dal prossimo mese e il 12% si è visto costretto a chiedere aiuto per riuscire a sopravvivere, anche se nutre seri dubbi che possa ricevere questo aiuto (visto il lavoro da documentare).
Il sito pubblica anche interviste realizzate ad alcune escort, che rivelano un quadro abbastanza eterogeneo. Si va infatti da Rossana, escort di Firenze, che evidenzia come la categoria “sia stata abbandonata a se stessa e lasciata indietro dallo Stato”, a Chiara, alla quale “non manca niente” perché ha risparmi da parte e, soprattutto, perché possiede tutto l’occorrente per lavorare in smart working.
“Sono particolari anche le cene a distanza – ha raccontato Chiara – perché i miei clienti mi mostrano le loro abitazioni e i panorami dai loro balconi. Ho condiviso un brunch virtuale con vista sul Colosseo, sorseggiato caffè in un appartamento con vista sul Lago di Como e organizzato un aperitivo sexy con una coppia anticonformista nel cuore di Dubai“.
Fonte: TgCom.it