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Oms: Coronavirus 10 volte più letale dell’influenza del 2009

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Il Coronavirus è 10 volte più mortale rispetto al virus responsabile dell’influenza, nel marzo 2009, in Messico (la cosiddetta febbre suina). Lo ha spiegato il Direttore Generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, chiedendo che l’allentamento delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19 sia lento e graduale. “I dati raccolti in diversi paesi ci danno un’immagine più chiara di questo virus, del suo comportamento, del modo per fermarlo e come trattarlo. Sappiamo che si diffonde rapidamente e sappiamo che è mortale, 10 volte più del virus responsabile dell’epidemia di influenza del 2009”, ha dichiarato Ghebreyesus, durante la teleconferenza stampa dal quartier generale dell’Organizzazione a Ginevra. La pandemia del 2009-2010 provocò circa 18mila morti nel mondo e centinaia di migliaia di contagi, specie nel continente americano. Il numero uno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiunto che: “Sappiamo che in alcuni paesi, i casi di Coronavirus raddoppiano ogni 3-4 giorni. Il virus accelera molto velocemente ma decelera molto più lentamente. Ciò significa che le misure restrittive devono essere revocate lentamente e con controllo. Non può accadere tutto in una volta e soltanto se la sanità pubblica ha adottato le corrette misure, come una significativa capacità di tracciare i contatti”.  Necessario vaccino per interrompere trasmissione L’Organizzazione Mondiale della Sanità durante il briefing a Ginevra ha poi ribadito che: “Lo sviluppo e la distribuzione di un vaccino sicuro ed efficace sono necessari per interrompere pienamente la trasmissione” del Covid-19. Criteri per revoca restrizioni Intanto nelle prossime ore l’Oms pubblicherà i suoi consigli strategici aggiornati per aiutare i governi a prendere decisioni nella lotta al Covid-19, tra cui “sei criteri per i Paesi che stanno considerando di revocare le restrizioni” ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus. Tra questi criteri: ” la diffusione è sotto controllo; le capacita’ del sistema sanitario sono in atto per rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso di Covid-19 e rintracciare ogni contatto; i rischi di epidemia sono ridotti al minimo in contesti speciali come strutture sanitarie e case di cura; sono previste misure di prevenzione nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altri luoghi in cui è essenziale che le persone vadano; i rischi di importazione possono essere gestiti; le comunità sono pienamente istruite, impegnate e autorizzate ad adeguarsi alla ‘nuova norma’”. “Ogni Paese – ha poi aggiunto Ghebreyesus – dovrebbe attuare una serie completa di misure per rallentare la trasmissione del Covid-19 e salvare vite umane, con l’obiettivo di raggiungere una condizione stabile di basso livello o nessuna trasmissione”.  –
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