Smart working: da opportunità a condizione (di Tony Ardito)

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Una indagine condotta da Infojobs, la quale analizza anche le aspettative future di imprese e utenti rispetto allo sviluppo del lavoro agile, ha evidenziato che le imprese italiane hanno cercato di rispondere in modo concreto alla emergenza Covid19 attraverso la attivazione dello smart working.

Sono, Infatti, il 72% le aziende che hanno messo a disposizione in tempi brevi mezzi e strumenti per permettere ai collaboratori di proseguire il lavoro da remoto. Ma non tutte le tipologie di business o non tutte le funzioni possono essere svolte in smart working e i lavoratori italiani che operano in questa modalità sono solo il 15%.

La parte restante della forza lavoro sembra attualmente a casa senza reddito (45% dei rispondenti, percentuale che sale al 50% per le donne), in ferie o in congedo (25%) mentre il 13% si reca ancora sul luogo di lavoro, senza nessuna modifica alle modalità di prestazione del servizio.

In base allo studio, ad oggi, il 56% delle aziende che hanno attivato lo smart working dichiara di applicarlo per la prima volta, mentre il 29% lo ha esteso a più figure o su più giorni. Percentuali ancora più polarizzate sui lavoratori: il 79% afferma di adottarlo per la prima volta, mentre per il 14,5% sono solo cambiate le modalità di fruizione e per il 6,5% non c’è stato alcun cambiamento rispetto a prima.

Il 64,5% delle aziende dichiara che i dipendenti hanno apprezzato questa decisione (voluta o dovuta in base alle circostanze legislative) che non ha avuto contraccolpi sulla produttività (39%), o ne ha avuti ma in maniera limitata (25,5%). Per quanto riguarda i lavoratori, il 38% del campione intervistato da InfoJobs si dichiara fortunato di poter evitare gli spostamenti in tale momento.

Il 27% apprezza le possibilità date dalla tecnologia, che mette a disposizione un ufficio “virtuale” dove è possibile continuare ad operare come prima. Solo il 7% dice di essere meno produttivo soprattutto a causa degli impegni familiari da gestire in contemporanea, percentuale che sale al 33% per le donne con figli conviventi.

In questa nuova gestione della routine lavorativa, per il futuro bisognerà considerare diversi aspetti di cui si avverte la mancanza, anzitutto la socialità del luogo di lavoro e il confronto quotidiano con i colleghi (parimerito al 27%), a cui si aggiungono la comodità della propria postazione o il piacere di prepararsi alla giornata con outfit e make-up.

Una cosa è certa, nella migliore delle ipotesi, per ritrovare un pizzico di “normalità” ce ne vorrà e ciascuno di noi deve mettere in conto che bisognerà modificare, persino definitivamente, talune delle proprie abitudini.

Tony Ardito

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