I contagi da coronavirus crescenti in maniera esponenziale avevano spinto il presidente Vincenzo De Luca a chiudere i cinque comuni del Vallo di Diano per evitare il rischio di focolai. Il 15 marzo furono blindati i comuni di Atena Lucana, Caggiano, Polla e Sala Consilina. Qualche giorno dopo toccò anche ad Auletta.
Con un numero ancora elevato di contagiati e purtroppo anche di deceduti, e con il coinvolgimento di una casa di riposo, a fine marzo la Regione Campania prorogò la zona rossa di altre due settimane. Ora che i dati sono rientrati nell’andamento normale, questa area della provincia sud di Salerno non è più interdetta. Com’è ovvio, restano da rispettare le misure restrittive in vigore fino al 3 maggio su tutto il territorio.
Caggiano come codogno
Auletta come lodi
Colpirne cento per educarne cento ed intanto a Napoli, Pozzuoli e Torre del greco centinaia di persone in strada in barba ai divieti ridicolizzavano il governatore il quale chissà perché era rimasto sprovvisto del mitico lanciafiamme.
Intanto nel dimenticato Vallo di diano la popolazione con gioia si autotassava per acquistare barelle
e donava saturimetri usati all’ospedale di polla. Ma al glorioso condottiero importava solo poter dire di avere anche lui le zone rosse, di poter mettere anche lui le bandierine sulla cartina.
Ed il bello è che mentre io mi accingevo ogni giorno a fare mio malgrado l’eroe, questo solo perché
costretto a lavorare in assenza di dpi nonostante i decreti, dovevo sorbirmi la predica dei suoi seguaci
mai domi, oserei dire determinati fino alla morte pur di difendere l’indifendibile.