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Covid, i balneari: in spiaggia con mascherine e metà ombrelloni. No gabbie

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Il mare si andrà, «ma in sicurezza». Che significa: «Distanziamento sociale, uso delle mascherine, igiene delle mani». Così, secondo gli esperti si potrà tornare in spiaggia questa estate, nonostante il Coronavirus, così come detto lunedì dalla sottosegretaria ai Beni culturali Lorenza Bonaccorsi («Stiamo lavorando per far sì che si possa andare al mare questa estate»). Secondo l’epidemiologo Pier Luigi Lo Palco, senza turisti stranieri «e con un turismo solo locale le spiagge saranno gestibili: l’importante è mantenere le distanza ed evitare gli assembramenti, fare attenzione nei luoghi d’incontro, come nei bar, immaginando ingressi scaglionati». Nella speranza che con il caldo il virus si attenui, «in genere – dice l’epidemiologo – l’estate rallenta la corsa dei virus perché si vive all’aperto».
E le imprese balneari si rimboccano le maniche. L’obiettivo è tornare in spiaggia, «ma la prima cosa da garantire è la salute – dice Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari, l’associazione degli imprenditori turistici dentro Federturismo Confindustria -: la nostra, quella dei nostri dipendenti, quella dei nostri clienti». Perché, chiarisce, «noi vogliamo riaprire ma abbiamo bisogno di certezze, e il governo ancora non ci ha mai convocati, stiamo aspettando». Trentamila aziende con 300mila addetti che valgono il 13% del Pil, il settore dei balneari è però preoccupato perché l’estate si avvicina e il lockdown pesa sulla riapertura: «Chiediamo certezze: dobbiamo fare delle assunzioni, dobbiamo avere regole per tutelare la salute di tutti, dobbiamo fare degli investimenti per preparare le spiagge e vogliamo ricordare che questa estate in particolare le nostre spiagge avranno una funzione sociale
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