Sono pervenute, infatti, talune segnalazioni da parte di imprenditori e consulenti che fanno riferimento a richieste di pagamento nelle quali il mittente “finge” di essere il soggetto cui il versamento è dovuto per l’iscrizione in presunti annuari, registri e repertori o relative, talora, a presunte prestazioni assistenziali e previdenziali, che nulla hanno a che vedere con il pagamento del diritto annuale, né con l’iscrizione in registri tenuti dalla Camera di Commercio, ma che, tuttavia, inducono in errore le imprese che potrebbero eseguire il versamento ritenendo che si tratta del tributo camerale.
Come è noto, infatti, il diritto annuale costituisce un tributo dovuto alle Camere di Commercio da tutte le imprese iscritte o annotate nel Registro delle Imprese e da ogni soggetto iscritto nel (REA) Repertorio delle notizie Economiche e Amministrative.
La Camera di Commercio provvede a inviare entro il 15 maggio di ogni anno a tutti i soggetti iscritti nel Registro delle Imprese un apposito modulo, contenente i dati del soggetto passivo, la sua posizione nei confronti della Camera di Commercio, l’ammontare complessivo del diritto dovuto o i dati necessari alla sua autodeterminazione.
Il versamento del diritto annuale deve essere effettuato utilizzando unicamente il modello F24 o utilizzando la piattaforma PAGO PA, disponibile al sito http://dirittoannuale.camcom.
Sull’argomento si segnala che anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha da tempo avviato una campagna di sensibilizzazione sull’argomento denominata “IO NON CI CASCO!” diramando un vademecum anti-inganni contro le indebite richieste di pagamento, alla quale la Camera di Commercio ha aderito mediante pubblicazione del vademecum sul proprio sito istituzionale.