L’attività d’indagine traeva origine dal dissesto e conseguente dichiarazione di fallimento della società coinvolta – poi revocato dalla Corte di Appello di Salerno a seguito d’impugnazione —situazione nell’ambito della quale si era registrato un fittizio trasferimento di disponibilità all’estero, con cessione delle quote societarie ad un soggetto di nazionalità ucraina, trasferimento la cui fittizietà non veniva tuttavia ritenuta adeguatamente dimostrata a giudizio della Corte d’Appello di Salerno che pertanto revocava il fallimento in precedenza dichiarato dal Tribunale di Nocera Inferiore.
Tuttavia, pur essendo venuti meno i reati fallimentari a cagione della predetta decisione, la complessa situazione venuta all’attenzione degli inquirenti nell’ambito della vicenda esaminata ad altro fine, faceva emergere la perpetrazione di altri reati di natura fiscale.
Infatti, nel corso delle indagini veniva che C.G. e D.F.A., il primo in qualità di socio unico ed amministratore di fatto ed il secondo in qualità di amministratore di diritto della società in esame, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, effettuavano, attraverso società direttamente ed indirettamente riconducibili a C.G., uno svuotamento della consistenza patrimoniale dell’impresa nel frattempo dichiarata fallita, attraverso il trasferimento di beni aziendali riferiti ai molteplici punti vendita (supermercati).
Glí elementi raccolti durante le indagini hanno comprovato la mancata esibizione delle scritture fiscali della società facendo perfezionare, oltre alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, il reato di occultamento/distruzione di documenti contabili.
Si è inoltre accertato che C.G. è attualmente amministratore di un’altra società – già titolare di un’ingente esposizione nei confronti dell’Erario – il cui punto vendita è gestito da un soggetto pluripregiudicato per associazione di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Sulla base delle suesposte risultanze investigative, la Procura della Repubblica ha pertanto richiesto ed ottenuto l’emissione dell’ordinanza cautelare eseguita, con la quale sono state applicate nei confronti degli indagati misure coercitive (obbligo di dimora nel comune di residenza) ed interdittive (divieto di esercitare imprese commerciali e di ricoprire cariche sociali per 8 mesi) ed è stato disposto il sequestro, sia in forma diretta che per equivalente, della somma complessiva di € 3.452.103,25.