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Viaggiatore anomalo in territori mistici (di Vincenzo Capuano)

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Un disco gira lento, mi accomodo su una sdraio sul balcone di casa.

Verso un goccio di Cointreau, accendo il sigaro, chiudo gli occhi, sul viso tutto il calore del sole. La giornata luminosa, contrasta con le grigie preoccupazione di questi giorni, sono alla ricerca di … non so più cosa.

Dal balcone, tra gli edifici riesco a vedere uno spicchio di mare e cielo che si incontrano lontano e bisbigliano raccontandosi delle albe e dei tramonti che trasformano in mille colori le loro ore.

Questo lembo d’azzurro mi regala immagini di luoghi remoti. Non lontano una nave taglia la mia fetta di mare. La osservo fin quando scompare dietro i palazzi, sono riuscito a leggere il suo nome: Vittoria. Vorrei esserci a bordo. Dove andrà?

Un’App permette di seguire in tempo reale la navigazione di tutte le navi. Prendo il cellulare la trovo: un’infinità di microscopici colori segnalano le imbarcazioni in cammino e nei porti di tutto il mondo. Cerco la mia nave.

-Parlami dell’esistenza di mondi lontanissimi / Di civiltà sepolte di continenti alla deriva.

Serro le palpebre… la seguo lungo la sua rotta… non ho fretta… Punta verso sud, costeggia la Calabria, attraversa lo stretto di Messina; dopo qualche ora siamo nel cuore del Mediterraneo in un punto equidistante da Kythira e Creta, se continuasse nella stessa direzione finirebbe sulla costa tra Kirissah e Derna in Marocco, ma volge la prua ad est, ha come meta l’Asia Minore. Mediterraneo.

       –  Parlami dell’amore che si fa in mezzo agli uomini /Di viaggiatori anomali in territori mistici …

Tutto intorno è mare. Lascio la mia nave e raccolgo i ricordi di viaggi remoti in angoli di mondo disegnati nel Mediterraneo. Ripercorro vie solitarie che si arrampicano lungo terre sospese nell’azzurro del cielo. Rincorro strade deserte che si inerpicano tra terre arse, ricche di olivi, pini, arbusti. Mi raggiungono i profumi dolci di lavanda, di camomilla e di salsedine, di resina e poi, ancora, di cappero e rosmarino. Incontro, di tanto in tanto, contadini dalla pelle bruna e sudata, donne vestite di nero. Capre al pascolo. L’odore intenso di letame. Socchiudo gli occhi. Mi ritornano in mente, accecate dal sole, la penisola di Cnidio e quella di Mani e poi il Gargano.

Visioni di isole solitarie: Cefalonia, Itaca, Hvar e la lontana Santorini, e ancora ricordi di terre protese nell’azzurro di Croazia, Grecia, Turchia, Italia. Nell’acqua verde smeraldo si disegnano spiagge di sabbia finissima dai riflessi oro e argento. Mi fermo in posti stregati in cui mi sento l’unico protagonista. Sedimentano nella mente paesaggi assoluti.  Inutile indugiare in analisi, offuscherebbero la sacralità dei luoghi. Immagini scolpite in un tempo lontano.

Il fumo del sigaro mi offusca la vista e mi riporta sul balcone a pensare ai risultati di una recente ricerca (Peter Campbell, Nature) i cui dati rinforzano i benefici della cessazione del fumo che non soltanto arresta l’ulteriore danno ai polmoni, ma sembra consentire anche a nuove cellule sane di rimpiazzare attivamente il rivestimento delle vie aeree.

Questo spostamento del rapporto fra cellule sane e cellule danneggiate indurrebbe una riduzione del rischio di tumore polmonare. Alcuni dei pazienti esaminati avevano fumato più di 15.000 pacchetti di sigarette nel corso della vita, ma entro pochi anni dalla cessazione del fumo buona parte del rivestimento delle loro vie aeree non presentava più alcun segno di danno da tabacco.

Lo studio ha ampliato la comprensione degli effetti del fumo di tabacco sulle cellule epiteliali del polmone umano. Ulteriori ricerche sui processi riscontrati nello studio potrebbero aiutare a comprendere il modo in cui le cellule sopite ma intatte possano proteggere dai tumori, e potrebbero potenzialmente portare a nuovi percorsi di ricerca sulle terapie oncologiche.

-Seguimmo per istinto le scie delle Comete / Come Avanguardie di un altro sistema solare.

Mentre Battiato continua il suo motivo, ritorno al mio Mediterraneo.

Un gozzo si allontana dalla riva, lento, appena borbottando. Una scia d’acqua va formandosi lentamente a prua, il cielo, il mare… Una grande barca dai colori pastello, appena piegata su un lato, dondola alla risacca, cullata dal tempo. Gli alberi orfani di vele, legni tesi a cercare il cielo, la pace. Paesaggi che si nutrono di pace.

Quiete. È il tempo di ascoltare le cicale, prima che tacciano.

Poi scende la notte e, nel silenzio assoluto, spio le stelle brillare nel cielo limpido, la luna, le luci fioche delle lampare lontane.

Indugio ancora ad ascoltare il mare, le parole del cielo, a respirare il sapore della salsedine.

E infine silenzio!

-Controllori di volo pronti per il decollo. / Telescopi giganti per seguire le stelle / Navigare, navigare nello spazio, nello spazio … di più.

Dedicato a Vittoria, mia madre. In questi giorni di Aprile avrebbe compiuto 90 anni.

Vincenzo Capuano

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