La mostra propone gli scatti di 24 fotografi attivi a Salerno e in provincia e che, rispondendo alla necessità di un attento ‘distanziamento sociale’, hanno accolto di ritrovarsi, con il pubblico, in una nuova dimensione del FRaC che trascende dalla geolocalizzazione dei suoi spazi. La mostra potrà essere ammirata on line sulla pagina Facebook del Comune di Baronissi, del Museo Frac e sul sito del Comune di Baronissi.
In mostra le fotografie, in bianco e nero, di Marilena Abate, Ciro Antinozzi, Giacomo Arguto, Pasquale 16116 Armenante, Pietro Avallone, Antonio Caporaso, Giuseppe Casaburi, Romeo Civilli, Enzo D’Antonio, Barbara Di Maio, Aldo Fiorillo, Gianni Grattacaso, Nicola Guarini Jacopo Naddeo, Gaetano Paraggio, Corradino Pellecchia, Pio Peruzzini, Francesco Rizzo, Enrico Salzano, Valentina Satriano, Antonio Scocozza, Franco Siano, Franco Sortini, Ugo Villani hanno accolto l’invito di proporre opere disponibili a nuove connessioni, ossia a farsi, di volta in volta, ponte di un discorso narrativo in fieri.
“Il FRaC Baronissi – scrive Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi –, una struttura che da decenni si è fatta riconoscere in campo regionale e, con proiezioni sul piano nazionale, anche se ha chiuso i suoi ‘battenti’ fisici a causa del Covid, non ha smesso il suo ruolo di ricerca e promozione degli artisti e delle situazioni vive nell’area provinciale e regionale. La mostra che apre virtualmente i battenti, ricorrendo alle vie dell’etere, è dedicata ad aspetti della fotografia presente oggi nell’area salernitana. Non è un punto chiuso, bensì una prima indagine sul campo, che vede gli artisti invitati a riflettere sul tema di questo “tempo sospeso”.
Il risultato è carico di entusiasmo sia perché le opere in mostra respirano l’aria dei giorni che viviamo, sia perché risponde alla ferrea volontà di continuare a tenere aperta, in senso virtuale, un laboratorio di idee, un presidio culturale”.
“Punti di avvistamento, va subito chiarito – rileva Massimo Bignardi nel testo introduttivo al catalogo pubblicato on-line da Gutenberg Edizioni – non offre la completezza di quanto è stato di recente e di quanto è oggi la fotografia salernitana: è un primo approccio, tesse i primi fili di un ordito molto più complesso e certamente più diramato. Il titolo potrebbe dar adito a fraintesi, alla luce anche del richiamare un ‘tempo’ sospeso, cifra attualissima: esso trae la suggestione dalla teoria di torri costiere, erette in epoca vicereale che, dalle coste del basso Lazio e fino a quelle pugliesi e molisane, circumnavigando la parte bassa della penisola, segnano punti di connessione (collegamento), appunto di avvistamento. Insomma, luoghi dai quali scrutare la retta dell’orizzonte, in attesa di ciò che arriva o potrebbe arrivare dall’esterno, conservando (proteggendo), alle proprie spalle, il mondo noto delle terre protette (l’interno che è anche il nostro trascorso).
Ho immaginato, parlando con gli artisti invitati, che la tendina della macchina fotografica, analogica o digitale, fosse il limen segnato dall’orizzonte; ho chiesto loro di spingere lo sguardo dal proprio punto di avvistamento, dunque dal proprio linguaggio e guardare, contestualmente, al di qua e al li là”.
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