Solo nei mesi di marzo e aprile sono previste oltre 20 milioni di tonnellate di Co2 in meno rispetto al 2019. Un calo che, si ribadisce, “non è però strutturale, e a fine pandemia c’è il rischio che si inneschi una crescita senza precedenti, che allontanerà l’Italia sempre più dai target dell’accordo di Parigi”.
“Per riuscire a essere in linea con Parigi – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – si dovranno mettere in campo politiche e misure tali da garantire livelli di emissione di Co2 paragonabili a quelli di queste ultime settimane. Uno sforzo titanico, necessario per evitare un’altra grande crisi, quella climatica, anche perché la storia insegna che dopo una crisi economica e un calo delle emissioni queste potrebbero tornare a crescere anche più di prima”.
In particolare l’analisi su questi due mesi di misure restrittive per il contrasto dell’emergenza da Covid-19, indica che marzo è stato un mese “ibrido” in quanto il lockdown si è attivato gradualmente, come mostrano i dati: ad esempio i consumi elettrici della settimana 9-15 marzo sono diminuiti del 5,8% rispetto alla stessa settimana del 2019 e, nella settimana dal 23 al 29 marzo, quando le misure restrittive erano ormai a regime, del 21,1%.
Complessivamente nel mese di marzo i consumi di energia sono diminuiti del 15,9% rispetto allo stesso mese del 2019 e le emissioni di Co2 del 17% (5,7 milioni di tonnellate di Co2), i tre quarti di questo calo sono dovuti alla contrazione del settore dei trasporti.
Le emissioni di Co2 connesse alla mobilità si sono ridotte, infatti, di quasi 4,5 milioni di tonnellate di Co2, il crollo dei consumi di gasolio è responsabile del 60% di questo calo. Ad aprile i consumi di energia elettrica nelle prime tre settimane si stabilizzano intorno a un -23% rispetto allo stesso periodo del 2019. I consumi petroliferi crollano del 70% circa e altrettanto le emissioni: solo nel settore trasporti si stimano 7 milioni di tonnellate di Co2 in meno rispetto all’anno precedente.