Sarà un calcio diverso, non solo per l’assenza del pubblico. Il messaggio di Rafael Ramos è stato chiaro: “Quando si tornerà a giocare i calciatori non avranno lo stesso tipo di contatto a cui siamo abituati”, le dichiarazioni del presidente dell’AEMEF (Asociación Española de Médicos de Equipos de Fútbol) a El Pais. Per poter concludere la stagione 2019/20, la Liga ha stabilito un rigido protocollo da seguire in quattro fasi: allenamento individuale o in coppia, allenamento in piccoli gruppi, allenamento di squadra, partita. Solo quando le prime tre fasi si saranno dimostrate efficaci nel prevenire nuovi casi di contagio, si passerà al match day. E qui, bisognerà rispettare nuove regole. “Dobbiamo ancora valutare se le squadre potranno alloggiare in hotel prima della partita”, spiega Ramos. “Ma durante i 90 minuti cambieranno alcune cose. Saranno vietate le mischie sui calci d’angolo. Mentre il rischio di contagio attraverso il contatto con il pallone sarà scongiurato grazie alla disinfezione dello stesso all’inizio e alla fine della partita. E questo riguarda tutto il materiale utilizzato, incluso il terreno di gioco: contrarre il coronavirus toccando una palla sterilizzata su un campo sterilizzato sarebbe davvero difficile”.
Illa: “Sconsiderato dare il via libera allo sport oggi”
Un piano per rendere asettico anche il calcio, che tuttavia non avvicina la Liga alla ripartenza definitiva. “Pensare che lo stato di allarme possa finire tra 15 giorni mi sembra affrettato. Bisogna aspettare e capire come evolve la pandemia”, ha spiegato il Ministro della Salute della Spagna Salvador Illa. “Senza dubbio, in questo momento sarebbe sconsiderato affermare che il calcio professionistico sarà in grado di riavviare la propria attività prima dell’estate”.