Ad occuparsi della fornitura domiciliare, a partire da ieri, sono infatti i postini, ma in molti casi, per varie ragioni, i destinatari di questi dispositivi di protezione individuale (due per nucleo familiare) non sono stati messi a conoscenza in tempo reale dell’avvenuta consegna, generalmente annunciata via citofono.
Risultato: è scattata la razzia nelle cassette postali da parte di chi ha ritenuto di doversene approvvigionare violando il settimo comandamento. O per rivenderle (anche se non c’è molto da far soldi visto che alla Regione sono costate 90 centesimi ciascuna), o per non averle ancora ricevute oppure. I furti sono avvenuti in ogni zona della città e l’ultima seganalzione arriva da Via Calenda.