“In queste settimane l’Italia sta vivendo forse il momento più difficile dal secondo dopoguerra a causa dell’emergenza Covid-19, che ha prodotto tanti lutti ed ha messo in ginocchio l’economia del Paese, – continua il geologo campano ,- ma proprio per questo è importante ripartire, con interventi che agiscano non solo nella fase di emergenza, ma anche nel periodo post-emergenziale. E tra le tante cose da mettere in campo c’è la predisposizione di strumenti per la piena ripresa di opere pubbliche infrastrutturali materiali e immateriali, che devono comprendere anche la risoluzione delle problematiche inerenti la difesa del suolo. Pensare alla mitigazione dei rischi geologici significa andare nella direzione di interventi sostenibili, finalizzati alla riqualificazione ambientale, alla rigenerazione urbana, alla messa in sicurezza del costruito e del territorio, anche in un’ottica di riduzione del consumo di suolo”.
Per questo, i geologi da tempo evidenziano la necessità di un Piano straordinario di mitigazione del rischio idrogeologico per frane, alluvioni ed erosione costiera, basato su interventi sia strutturali sia non strutturali. “Tra questi ultimi, – afferma Peduto – si richiama l’importanza di istituire finalmente i Presidi Idrogeologici Permanenti, costituiti da professionisti tecnici qualificati, i quali possono essere messi in campo con costi estremamente contenuti, per favorire una corretta politica di prevenzione basata su una conoscenza approfondita delle aree più esposte al rischio.
Da tempo, è stata evidenziata anche la frammentazione delle norme sulla difesa del suolo, che non garantiscono coerenza logica e giuridica e determinano incongruenze e conflitti di competenza. Si ribadisce, pertanto, la necessità di un riordino della normativa nazionale in materia di difesa del suolo attraverso la predisposizione di una legge organica che riguardi i diversi aspetti del settore”.
A distanza di 22 anni da quell’alluvione devastante, il monito del Presidente CNG: “Se le frane di Sarno hanno costituito un punto di svolta nell’approccio alle problematiche della difesa del suolo e della mitigazione dei rischi geologici, l’auspicio è che questa nuova emergenza possa determinare un cambio di passo per completare il percorso iniziato nel 1998. Piani e programmi per la ripresa economica, però, vanno definiti sin da ora e senza indugi, predisponendo gli strumenti necessari che consentano l’immediato avvio di investimenti non appena terminata l’emergenza, sperando che, anche in questo caso, come è avvenuto in passato in altre occasioni difficili, il Paese sappia dare il meglio di sé” conclude Peduto.