Site icon Salernonotizie.it

Don’t stand so close to me (di Cosimo Risi)

Stampa
“Non starmi così addosso”, traduciamo alla buona l’inno al distanziamento che Sting ha cantato al concertone del 1° maggio.

E’ una partita fra vivi e col morto come  nel Bridge, quella che si combatte contro il nemico invisibile se non per le statistiche.

Premesso che stiamo perdendo tutti, ci sono giocatori che perdono di più. Sono i grandi giocatori internazionali,  la diplomazia li chiama Global Players.

Sono global e non golden, dell’oro hanno ben poco. Si prenda l’attore più grande in assoluto: la superpotenza americana. I caduti sono numerosi. Pur scontando che le cifre cinesi sono sottodimensionate, le americane spaventano. Eppure il Presidente continua a prescrivere ricette improbabili, con la sicumera di chi la sa lunga e nello sgomento dei consiglieri a cominciare da Anthony Fauci, il cui cognome italiano ne denuncia l’antico sano scetticismo.

Trump cerca di raddrizzare la sceneggiata sanitaria buttandola in guerra. Non la guerra guerreggiata ma mediatico – giudiziaria. Imputa alla Cina prima l’iniziale sottovalutazione e ora l’irresponsabile diffusione. Il virus sarebbe scappato da un laboratorio di Wuhan.

Se Pechino avesse avvertito sin da gennaio che stava per scoppiare la bomba infettiva, l’America sarebbe corsa ai ripari. Trump omette che i suoi informatissimi Servizi lo avevano informato per tempo, ma la Casa Bianca aveva preferito minimizzare nello spirito liberista dei Repubblicani. Che la malattia faccia il suo corso, moriranno molti anziani, gli altri si faranno l’immunità di gregge.

Il probabile rivale nella corsa alle elezioni incappa nel solito scandalo a sfondo sessuale. Una signora, nel 2020, denuncia che, nel 1993, Joe Biden l’avrebbe molestata. Lui nega che l’episodio sia mai accaduto. Resta lo stupore negli Europei, non negli Americani  che in queste storie ci sguazzano, per ricordi così nitidi dopo quasi trenta anni. E noi che dimentichiamo cosa abbiamo mangiato ieri.

L’immunità di gregge era predicata dal Primo Ministro britannico, troppo impegnato a incassare la Brexit per occuparsi della salute dei sudditi di Sua Maestà. La Regina era la sola a resistere al virus e richiamò il Regno alla resilienza. Lei, Sir Winston Churchill, lo aveva avuto da Primo Ministro, non come Boris Johnson che lo ha eletto a idolo tardivo e improbabile.

Xi jinping  è stato poco reattivo allo scoppio della crisi, lo è dopo. La chiusura delle Province a rischio è stata totale contando sulla disciplina del popolo e sul ferreo controllo dell’apparato. Ha gridato al successo troppo presto e patito l’ondata di ritorno. Gli preme dimostrare che in Cina i laboratori funzioneranno così cosi, ma il controllo sociale è forte.

La campagna di benevolenza produce frutti nel mondo. Una certa quota di Italiani mostra di credere più alla solidarietà della Cina che dei tradizionali alleati euro-atlantici. Il Segretario Generale della NATO si affretta a precisare e mette in guardia dagli aiuti pelosi di Pechino e Mosca.

La Russia pareva indenne, tant’è che il Presidente si accingeva a varare la modifica costituzionale che gli avrebbe consentito la candidatura a tempo indeterminato. La pandemia la sta avendo vinta sulle facili ambizioni, persino il nuovo Primo Ministro è risultato positivo. La riforma costituzionale è rinviata, al pari dei sogni di gloria spezzati dal crollo del prezzo del barile.

La Russia è una grande potenza politica e militare con un’economia mono-culturale basata sulla vendita di energia e materie prime. L’accordo con l’Arabia Saudita per tagliare l’estrazione di greggio non basta a fare risalire il prezzo. La domanda crolla dappertutto, le cisterne sono piene, qualche broker piazza l’oro nero sotto costo pur di liberare gli stoccaggi.

L’Unione europea si compatta nella risposta alla crisi economica e sociale. L’anima economicista dell’Europa ritrova se stessa, è quello che facciamo meglio dal 1957. Un primo pacchetto di 540 miliardi di euro si aggiunge agli acquisti di titoli di stato da parte della BCE. Non è che l’antipasto del piatto  principale: il Fondo per la rinascita. Il Recovery Fund è tutto da vedere, si attendono le proposte della Commissione per i modi e i tempi.

Nel frattempo solo in Italia si discute delle condizionalità del MES. Il meccanismo europeo di stabilità è accettato altrove come un dato di fatto, da noi sembra un’ordalia. Chi è favorevole tradisce la patria, chi è contrario tradisce la saggezza. Aspettiamo che la Commissione presenti la proposta per modificare il regolamento MES e poi, semmai, decidiamo il da fare.

Lo davano per spacciato a causa di un intervento chirurgico andato male. Riappare in pubblico senza mascherina: Kim Jong-un è vivo e lotta assieme a noi. Buon segno, stiamo per tornare alla normalità della normale paura per la bomba di Pyongyang.

Si dice che niente sarà come prima. No: tutto sarà come prima.

di Cosimo Risi

Exit mobile version