Tant’è che nell’ultimo mese, il direttore Andrea Volpe ha pensato di “chiamarli a rapporto” per chiedere loro come si sentissero.
Parte da qui “Scritti da Fabula al tempo del Covid 19”, un’iniziativa che, in una prima fase, voleva semplicemente dare voce a questi giovani e ascoltarne stati d’animo ed emozioni. E invece, nel giro di pochissimo tempo, a quel primo racconto se n’è aggiunto un altro e poi un altro ancora. A distanza di poche settimane la casella di posta del Premio si è riempita e di mail ne arrivano ancora.
Di racconti ne saranno pervenuti un centinaio: tutti diversi a loro volta sembrano raccontare una generazione intera, quella tra i 16 e i 20 anni, tra sogni e realtà (a breve l’invito sarà rivolto anche ai più piccoli).
Ed ecco che allora le parole dei creativi diventano un report sul loro mondo, un’indagine che emoziona e stupisce, con sfumature che vanno dalla paura alla speranza, dalla sofferenza alla luce. Un patrimonio di pensieri che offrono la possibilità di immaginare e credere in una vita migliore.
«Questi ragazzi conservano un ottimismo incredibile – racconta Volpe – una visione della vita diversa dalla nostra perché contaminata dall’esperienza che emoziona, sono la luce sempre accesa. Tra chi ha scritto c’è anche chi è partito dieci anni fa con Fabula e che, nonostante sia diventato maggiorenne, riesce ancora a conservare un modo di vedere le cose come se fosse imprigionato nella mente di un ragazzino».
GLI SCRITTI
Tutti gli scritti sul sito ufficiale www.premiofabula.it. Di seguito lo stralcio di qualche racconto.
«Sono certa che quest’esperienza cambierà il modo di osservare gli eventi…Sto imparando a comprendere il potere di un pensiero, di un abbraccio e di una persona accanto. Quando tutto sarà finito sapremo apprezzare anche quei piccoli ostacoli che la vita ci porrà dinanzi perché potremmo dire di aver superato il peggio e che finalmente il sole sarà sorto». Carmen Cavallaro.
«Purtroppo ci ritroviamo ad affrontare una vera e propria guerra, senza armi, silenziosa, fatta di pantofole e pigiami, ma tragica più di qualunque altra, arrivata senza preavviso e che sta portando con sé la nostra libertà, ma soprattutto la cosa più preziosa che abbiamo: la vita. Tutto questo ci sta facendo capire quanto è lungo un giorno, e quanto è importante avere una famiglia che ti ami». Noemi Pierro. «In questi giorni riesco a percepire la vanità dell’esistenza, la brevità della vita che è come un soffio, che disperde i nostri resti nell’aria, e ciò che c’era prima non conta più niente, non ha alcun valore. Conta l’hic et nunc, l’attimo, l’istante». Giorgia Lopaldi. «ll corona virus è qualcosa che possiamo sconfiggere solo con l’intelligenza, ha cambiato la prospettiva in cui vedevamo il mondo. Stando a casa abbiamo aiutato anche gli animali a riprendersi il loro spazio negli oceani: bisogna guardare le cose da un’altra prospettiva per far sì che vadano per il verso giusto». Federica Sergio. «Questa bruttissima situazione mi ha privato degli ultimi giorni tra i banchi di scuola, la notte prima degli esami, ricca di ansia, che, conoscendomi, mi avrebbe fatto rimanere sveglio a pensare». Attilio Polito. |
FABULA PIANO B
Le iscrizioni sono aperte e, nella speranza di poter vivere l’evento nell’abbraccio che lo contraddistingue, si sta immaginando anche un piano B per fare in modo che la favola continui ripartendo da quell’appuntamento corale fatto di condivisione e creatività. La squadra è al lavoro per una edizione 11 con piano B marchiata “Ci vediamo nel futuro” che, oltre a strizzare l’occhio alla trilogia immune all’usura del tempo di Robert Zemeckis (che compie 35 anni) sottende tante cose. Anche Fabula è un’avventura senza rivali…Ci vedremo presto, comunque ed eventualmente, anche in altri modi…