In una nota congiunta le rappresentanza di categoria dichiarano che “Nonostante i fattori di crisi siano evidentemente generalizzati, il Governo ha adesso il dovere tassativo di prendere atto – agendo di conseguenza – che i Gestori carburanti sono la categoria di piccole imprese più colpita dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19, anche considerando l’alto rischio sanitario che implica di per sé l’attività di distribuzione carburanti”.
Il motivo principale dello sciopero di 48 ore è il crollo delle vendite per i gestori che, però, non hanno potuto interrompere l’erogazione del servizio data la sua essenzialità per i processi produttivi dell’intero Paese. “Con una attività che per il suo carattere essenziale non ha potuto chiudere ed a cui non è stato neanche consentito di ridurre orari ed applicare turnazioni per contenere i costi e utilizzare almeno la cassa integrazione, le imprese di gestione, in particolare in autostrada, hanno continuato a garantire il servizio 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, malgrado oltre 2 mesi di vendite letteralmente crollate in media del 92%“, scrivono le organizzazioni sindacali dei gestori.
Il sistema dei gestori delle pompe di benzina sta crollando economicamente, rischiando di mettere al ‘tappeto’ un settore nevralgico per i trasporti italiani sia delle persone che di merci e prodotti: “In tali condizioni ed a costi inalterati – continua la nota sindacale congiunta diffusa al termine della riunione – la liquidità è ormai da tempo prosciugata anche a causa di un sistema bancario rigidamente attestato sulle disposizioni degli innumerevoli ‘Accordi Basileà, più che impegnato a dare attuazione i Decreti della Presidenza del Consiglio. Senza contare che il tavolo di crisi avviato dal Ministro Patuanelli è fermo ormai da un mese per il semplice fatto che – si dica apertamente o meno – il Governo non ha forza ed autorità sufficienti per imporsi su società concessionarie autostradali che sono divise su tutto, tranne che sulla convinzione (incontrastata) di poter agire da padroni anziché, appunto, da concessionarie di un bene pubblico”.
“Al Governo – conclude la nota delle associazioni di rappresentanza dei benzinai – ed in particolare ai Ministri del Mit e del Mise, competenti per materia, la categoria chiede, quindi, non solo di poter essere messa finalmente nelle condizioni di beneficiare delle misure generali assunte in precedenza ed ora annunciate – cassa integrazione in deroga, finanziamenti a fondo perduto, bonus affitti e bollette, ecc. – ma anche di predisporre interventi mirati, riconvocando il tavolo di crisi e rispettando gli impegni già assunti, capaci di affrontare le condizioni peculiari a cui sono state e sono tuttora sottoposte le imprese di gestione”.