Ripartenza in sordina per il settore edile nei primi giorni della cosiddetta Fase 2 della pandemia. Si torna alla normalità o quasi dopo un mese di fermo in cui i cantieri e le attività del settore edile sono state ferme, ma la riapertura ha trovato non poche imprese e artigiani impreparati alle nuove regole che impongono i protocolli di sicurezza Covid19.
Mascherine, distanze di sicurezza, gel igienizzanti e guanti sono alla base della nuova convivenza lavorativa, ma questo spesso nei cantieri non basta. In particolare il disagio è stato riscontrato in quei cantieri che per esigenze tecniche necessitano un’operatività
ravvicinata degli operai ovvero per quelle mansioni in cui è richiesta una maggiore ventilazione fisica.
La sanificazione dei luoghi di lavoro e dei mezzi – sia di trasporto che operativi – è soluzione non semplice considerate le indefinite esigenze che ogni cantiere o mezzo potrebbe avere nelle diverse fasi di lavorazione. Tuttavia, con notevoli sforzi le imprese si stanno gradualmente attrezzando per ripartire a pieno regime con non poche difficoltà
nell’individuare ed applicare le corrette procedure di sicurezza per i lavoratori.
Questo fenomeno non è passato inosservato ad Antonio Duraccio responsabile della Filca-Cisl dell’agro Nocerino Sarnese sindacato degli Edili dichiarando si vigilare in maniera maggiore sulla sicurezza dei lavoratori in questa seconda fase della crisi. Secondo il sindacato i modelli di sicurezza individuati a livello nazionale dal Governo centrale sarebbero troppo generalizzati, in quanto concepiti per una pluralità di settori, senza tenere conto delle specifiche esigenze dell’edilizia.
“I rischi per la salute sono aumentati, e perché si propongono modelli che in nome della semplificazione sacrificano la legalità e la dignità dei lavoratori -ribadisce Duraccio. Il problema della sicurezza del lavoro nel nostro Paese era presente già prima del Covid – continua Duraccio – ma si continuerà lavorare per una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, che si fondi sulla prevenzione e non sulla cura”.
Quello che chiedono i sindacati è maggiore sicurezza: un processo però che deve partire dalla formazione e dalla cultura del lavoro. Quella che sta vivendo il mercato edile è una fase di ripresa timida, che stenda a decollare. Un percorso che però potrebbe far gola alla criminalità organizzata come già accaduto in passato, laddove in occasione di eventi
catastrofici la malavita ha preso il sopravvento infiltrandosi nei mercati.
Questo è un fenomeno che si può solo prevenire – afferma Duraccio – proteggere i cantieri dalla malavita organizzata è come proteggerli dai pericoli: è possibile prevenire, la cura per alleviare il dolore, però spesso non produce risultati utili”, per la salvaguardia e tutela dei lavoratori delle costruzioni.
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