E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti dell’emergenza coronavirus sulla base dei dati Istat, dalla quale si evidenzia tutta l’importanza delle parole del premier Giuseppe Conte che in una intervista invita gli italiani a trascorrere le vacanze nel Belpaese.
L’impatto economico fra marzo, aprile e maggio è drammatico con l’azzeramento della spesa turistica nel trimestre per una perdita stimata dalla Coldiretti in quasi 20 miliardi di euro per l’alloggio, la ristorazione, il trasporto e lo shopping. A pagare il conto più salato è l’alimentare con il cibo che – sottolinea la Coldiretti – è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa 1/3 della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.
Infatti il cibo – rileva la Coldiretti – è il vero valore aggiunto della vacanza Made in Italy che può contare sul primato dell’agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5056 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari.
Si tratta di primati che dimostrano l’immenso valore storico e culturale del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui ripresa – precisa la Coldiretti – dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale futuro considerato che solo i souvenir in prodotti tipici alimentari valgono circa 3 miliardi di euro all’anno secondo un’analisi Coldiretti su dati Isnart.
In questo contesto è importante che in risposta alle sollecitazioni della Coldiretti sul sito del Governo sia stata pubblicata la FAQ che chiarisce che non solo gli alberghi ma anche i bed and breakfast e le altre strutture ricettive come gli agriturismi possono già ospitare le persone che sono autorizzate a muoversi nel periodo di emergenza epidemiologica sempre nel rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie e della distanza interpersonale, evitando comunque di causare assembramenti negli spazi comuni o in prossimità degli accessi.
Si tratta di una precisazione di rilievo per le strutture agrituristiche spesso situate in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti e con ampi spazi all’aperto dove – sottolinea la Coldiretti – è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza anti coronavirus.
L’Italia è leader mondiale nel turismo rurale con 24mila strutture agrituristiche diffuse lungo tutta la Penisola in grado di offrire 253mila posti letto e quasi 442 mila posti a tavola deserti per un totale di 14 milioni di presenze lo scorso anno, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat. Con l’arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa evitare il pericoloso rischio di affollamenti in città e al mare e anche e per questo – sostiene la Coldiretti – le strutture agrituristiche devono poter ripartire aprendo i cancelli della cascine, i percorsi naturalistici, le visite agli animali con la pet therapy e anche gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell’enogastronomia Made in Italy.
L’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy nella fase 2 perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità per la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare affollamento.
Occorre realizzare un piano – concludono Coldiretti e Terranostra – con risorse economiche di sostegno e misure straordinarie di intervento a partire dal DL Rilancio per salvare il turismo nelle campagne.