Il Governo svolge un’azione di contenimento dell’epidemia ma non una vera e forte iniezione di energia che sarebbe stata necessaria per il nostro settore dopo la fase 2 . E pensare che ci eravamo illusi negli anni che la politica non solo avesse compreso l’importanza del turismo ma stesse comprendendo quanto fossero utili misure più settoriali per una filiera che si era estesa e che era riuscita a garantire economie diffuse sui territori.
Auspicando di poter intervenire con proposte di emendamenti in sede parlamentare auspichiamo tempi rapidi per comprendere la modalità di ristoro pe le imprese rispetto al fatturato dello scorso anno ma abbiamo bisogno di certezze per spendita di quel tax credit vacanze, che avremmo voluto fosse invece un ticket spendibile subito e utilizzato in forma diffusa. Temiamo tempi incerti e burocrazia.
Non chiare le intenzioni di istituire un fondo di 50 milioni, pochi, per ristrutturazioni di immobili turistici, forse un modo per recuperare quel tax credit che il Governo aveva boicottato per quest’anno, alimentando un’inutile corsa contro il tempo nei click day degli anni precedenti e con guerra tra poveri?
E cosa si intende fare con quei 30 miliioni di euro per la promozione turistica, forse per ripianare i vistosi debiti dell’Enit che ancora oggi e malgrado la dieta imposta degli ultimi mesi, fa ancora vistose perdite senza costrutto? E quei 50 milioni per la sanificazione? Potranno mai bastare per garantire standard e livelli di responsabilità che il Governo non si assume per il rischio contagio e prescrizioni non ancora definite?
Franceschini è inaduegato rispetto alla delega, lo è anche il Governo che non ha compreso cosa succederà quest’estate e negli anni a venire per il nostro turismo, che alimenterà nuovi poveri. I corridoi europei di queste ore che escludono l’Italia e la non chiarezza di chi fa cosa e perché condannano l’estate 2020 all’oblio e avvolgono di incertezze famiglie ed imprese della filiera costrette ancora una volta a far da sé e senza vero e diffuso sostegno.