Dopo oltre due mesi di stop anche il settore dell’abbigliamento non vuole farsi trovare impreparato alla data fatidica del 18 maggio. Si puliscono i locali, si fa incetta di disinfettante e macchine sanificatrici ma si tratta di iniziative affidate al senso di responsabilità dei singoli commercianti.
Nei negozi è tempo di metter mano all’inventario, di sistemare gli scaffali e ridisegnare i percorsi interni per commessi e clienti. Si ritinteggiano i camerini e si ordinano i gel disinfettanti, ormai quasi introvabili e si pensa a come ripartire convivendo con la paura e con i balbettii delle istituzioni nazionali. Molto meglio se a gestire la ripresa economica fossero direttamente le Regioni, come ha fatto la Campania per l’emergenza sanitaria.
Nonostante tutto ci si rimbocca le maniche: ed ecco- ad esempio- l’idea di abbinare alla vendita di ogni camicia quella di una mascherina in omaggio, confezionata a norma con la stessa fantasia del tessuto. Ma i clienti vanno rassicurati.
Fonte: LIRATV
Le incertezze sono sicuramente sui protocolli da seguire per la vendita di abiti usati dagli ambulanti. Serve tracciabilita’ capo per capo correlata da certificato di sanificazione con scheda tecnica del prodotto usato, imbustando il tutto per ogni prodotto. Ma un’altra cosa da proibire è il provare il capo usato in mercati non essendo presenti cabine deputate e sanificabili. Ci vuole rigore per evitare contagi.