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Fase 2: Conte firma Dpcm su riaperture, novità su spettacoli e teatri

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Il premier Giuseppe Conte ha firmato nel pomeriggio del 17 maggio il dpcm sulle riaperture delle attività commerciali a partire da lunedì 18 maggio. Lo ha fatto dopo un lungo confronto finito poco prima dell’alba con le Regioni, che, secondo quanto ha riferito il presidente della Liguria, Giovanni Toti, hanno ottenuto che le lorolinee guida siano inserite nel testo del decreto.

Il calendario delle ripartenze

Questo il calendario delle riaperture, già illustrato in conferenza stampa sabato 16 maggio dal premier Giuseppe Conte in conferenza stampa. Dal 18 maggio possono riaprire bar, ristoranti, pizzerie, negozi, parrucchieri, estetisti, musei e stabilimenti balneari sulla base di «protocolli di sicurezza» approvati dalle regioni e a patto che queste ultime «tengano sotto controllo la curva epidemiologica».

Dal 25 maggio toccherà a «palestre, piscine e centri sportivi». Dal 15 giugno «riaprono» cinema, teatri e centri estivi. Sempre con adeguati protocolli di sicurezza. Ogni regione «può introdurre misure ampliative o restrittive» in maniera autonoma. Non a caso le regioni con le loro ordinanze si stanno muovendo in ordine un po’ sparso. Con la Liguria che ha anticipato al 18 maggio l’apertura delle palestre.

E il Piemonte che ha annunciato un rinvio al 23 maggio del via libera ai ristoranti. Resta una «clausola di salvaguardia dello Stato», che in caso di risalita delle curva epidemiologica «può intervenire» qualora non lo facessero i governatori. Quanto alla ripartenza della Serie A di calcio, il premier ha detto che servono ulteriori verifiche. Da segnalare che il ministero dei Trasporti ha reso noto che le autoscuole riaprono dal 20 maggio.

Conte: riprende la vita sociale

Conte ha spiegato che sempre da lunedì 18 maggio «riprende la vita sociale e riprendono gli incontri con gli amici». Ma ha raccomandato «di portare sempre la mascherina, di metterla sempre al chiuso ma anche all’aperto se non c’è possibilità di rispettare le distanze». Resterà «il divieto di assembramenti e distanza di un metro». Inoltre avremo «un piano nazionale di monitoraggio per tenere sotto controllo la curva epidemiologica» con «comunicazioni quotidiane dalle regioni» e questo consentirà di poter intervenire «se necessario» «con misure specifiche in luoghi circoscritti».

«Rischio calcolato per ripartire»

«Stiamo affrontando un rischio calcolato nella consapevolezza che la curva epidemiologica potrebbe tornare a salire. I nostri principi rimangono gli stessi, prima di tutto la tutela della vita e della salute dei cittadini, e non sono negoziabili. Ma li dobbiamo declinare diversamente in questa fase» ha aggiunto Conte, che ha spiegato: «I dati incoraggianti ci confermano che gli sforzi collettivi fin qui fatti hanno prodotto i risultati attesi.

È sceso il numero dei contagiati, dei malati e dei decessi, ed è aumentato il numero dei guariti. Abbiamo potenziato le strutture ospedaliere con nuovi posti di terapia intensiva e sub intensiva, abbiamo aumentato controlli con tamponi e test e stiamo per sperimentare la app ‘Immuni’. Siamo nella condizione di affrontare questa fase con fiducia ma anche senso di responsabilità».

Spostamenti in regione senza più autocertificazione

Nel decreto legge approvato dal Cdm venerdì 15 maggio si specifica che per muoversi dentro la regione in cui si vive, a partire dal 18 maggio 2020, non sarà più necessaria l’autocertificazione. Gli spostamenti saranno liberi – anche se permane il divieto di assembramento – e si potrà far visita anche agli amici oltre che ai congiunti.

Per la mobilità extraregionale bisognerà aspettare invece il 3 giugno, anche se resta la possibilità di spostarsi tra una regione e l’altra (con autocertificazione) per stato di necessità, salute e lavoro. Sempre dal 3 giugno riaprono anche le frontiere. Il Dpcm abbinato specifica che non saranno soggetti ad alcuna limitazione gli spostamenti dall’Ue, area Schengen (compresa la Svizzera), Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord, Andorra, Principato di Monaco Repubblica di San Marino e Stato della Città del Vaticano.

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