Ebbene, ad oggi la maggior parte dei servizi non sono ripartiti, e questo non per volontà delle persone con disabilità, delle loro famiglie e degli Enti Gestori, bensì perché le ASL non hanno ancora provveduto alla somministrazione regolare di test diagnostici a scopo preventivo a tutte le persone con disabilità, a prescindere dal riscontro di un operatore o di una persona con disabilità e/o familiare positivo al coronavirus”.
Queste le parole del Garante dei Diritti delle persone con Disabilità della Regione Campania, avv. Paolo Colombo.
“Qualche ASL (Caserta e Avellino) si è mossa solo in questi ultimi giorni -continua Colombo – avviando i controlli, ma solo per le persone con autismo e per gli operatori dei centri per la ripresa dei trattamenti ABA (Analisi applicata del comportamento) che sono stati sottoposti a tampone.
È necessario, invece, estendere questa “buona prassi” a tutte le persone con disabilità residenti in Campania, evitando così qualsiasi forma di discriminazione. Ad oggi, infatti, tante famiglie e persone con disabilità stanno facendo sacrifici e questi non possono essere resi vani solo perché le ASL non hanno ancora avviato le procedure dovute, che permetterebbero alle persone di poter riprendere in sicurezza la loro quotidianità, tornando a frequentare i centri diurni sociali e sociosanitari”.
La ripresa dei servizi semiresidenziali, delle prestazioni riabilitative come da articolo 26 della Legge 833/78, dell’assistenza domiciliare, dei Progetti Terapeutico-Riabilitativi individuali (PTRI) devono avvenire in totale sicurezza, attuando i protocolli come previsto dallo stesso Decreto del Presidente del Consiglio del 17 maggio (articolo 9) e dal Decreto del Presidente del Consiglio del 26 aprile (articolo 8). Perché i diritti di tutti sono diritti per tutti!».
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