De Luca inizia il suo discorso con una serie di affondi verso il Governo: “La Campania ha difeso l’unità nazionale, nonostante il tentativo di frammentare il tutto” – commentato il dibattito tenutosi nei giorni scorsi su a chi spettasse il compito di stabilire le linee guida dell’epidemia.
Mentre il Governo, ed altre Regioni, erano a favore di un’autonomia regionale nello stabilire l’indice epidemiologico, De Luca ha affermato che: “la Campania ha spinto per affidare al Ministero della Difesa l’osservazione e la regolamentazione”.
De Luca spiega la sua motivazione: “E’ stata una settimana importante, abbiamo fatto un passo in avanti verso la normalità. Il modello Campania ha tre obiettivi: aprire tutto e per sempre; tutelare la vita delle nostre famiglie e delle persone più deboli e dare un aiuto ai bisognosi oltre alle imprese. Ci siamo mossi in maniera ordinata e semplice”.
“E’ sembrato capovolgersi il ruolo tra Regioni del Nord e del Sud, i comportamenti più rigorosi sono venuti dal Sud mentre elementi di ‘ammuina’ dal Nord. Chiarisco un elemento di confusione relativo all’ultimo decreto quando è stato comunicato che la Campania non firmava, non si doveva firmare nulla”.
“La Campania ha posto due problemi, uno relativo al ruolo tra Regioni e Stato e uno sulle aperture di lunedì dove si attendevano con anticipo le linee guida arrivate solo la domenica. E’ stata capovolta la realtà. La Campania con le sue decisioni ha difeso l’unitarietà dello stato italiano contro la tendenza alla frantumazione in 20 regioni staterelli”.
“Dovevamo decidere sulle aperture del 18. Quale istituzione certificava lo stato dell’epidemia? 20 regioni o lo Stato? La Campania ha sostenuto che dovesse essere il Ministero della Salute perchè quello che decide una Regione ha una ricaduta sul resto del Paese e dunque deve essere lo Stato centrale a decidere”.
“Incredibilmente la Regione Campania ha difeso il ruolo dello Stato Centrale e il governo ha delegato le regioni a decidere singolarmente. Abbiamo dimostrato coerenza e serietà. Su due cose dobbiamo essere sempre uniti: la sanità e l’eduzione scolastica. Su questi due punti non c’è nessuna autonomia, bisogna essere compatti”.
“Le Regioni devono gestire tutta la sanità, hanno salvato l’Italia. Non sarebbe stato possibile gestire da Roma tutto ma lo Stato centrale non può rinunciare alle sue funzioni e garantire l’uguale diritto di salute e deve decidere sulla pandemia. Dal 3 giugno chi decide? La singola Regione? Ho apprezzato il ministro Boccia che ha detto che sulle aperture ci si baserà sulla valutazione epidemiologica”.
“La Campania ha difeso l’unità nazionale contro il governo. Poi faremo la battaglia contro il governo per sentimenti di rigurgiti centralisti. Il governo aveva annunciato le apertura dal 18, avevamo detto fateci sapere prima ma ci è arrivato tutto domenica sera, sarebbe stato poco serio e irresponsabile aprire. Siamo stati seri, l’unica istituzione ad esserlo”.