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Il Covid si sta indebolendo: così diminuisce la carica virale

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Andrea Crisanti, direttore Microbiologia e Virologia – A.O. Università di Padova, durante in collegamento con la trasmissione televisiva Agorà su Rai3, ha fatto il punto sulla situazione attualmente in atto nel nostro paese. Sul fatto che il coronavirus sia indebolito, non vi sarebbe al momento alcuna evidenza sperimentale.

Un virus non è debole o forte

Crisanti ha tenuto anche a fare chiarezza su alcune notizie che girano nelle ultime settimane, precisando che “un virus non è debole, forte, buono o cattivo, un virus è più o meno virulento e ha una capacità di trasmissione che si può misurare. Il resto sono stupidaggini”. L’esperto ha poi spiegato che, quando il virus riesce a entrare in una nicchia ecologica, come la nostra, la sua virulenza generalmente aumenta e non diminuisce. Questa affermazione si basa su evidenze sperimentali fatte su grandi modelli.

Ma come è possibile allora che nelle ultime settimane i casi risultino meno gravi e vi siano sempre meno soggetti positivi che richiedono il ricovero nei reparti di terapia intensiva? Oltre alla diminuzione evidente dei decessi. Tutto sarebbe dovuto a due ragioni principali: da una parte la diminuzione della carica virale del Covid-19 e dall’altra, in gran parte anche all’utilizzo che stiamo facendo delle mascherine. Come spiegato da Crisanti,

“se io uso la mascherina, il mio interlocutore usa la mascherina, la quantità di virus che ci trasmettiamo è molto più bassa. La carica virale ha un impatto gigantesco sull’evoluzione della malattia. Se uno si infetta con molti virus o con pochi, si ha un decorso completamente diverso”.

Meno casi gravi grazie all’uso delle mascherine

Nei giorni scorsi aveva inoltre detto che il virus non è mutato, ma è solo diminuita la sua carica infettiva. Non ci sono infatti evidenze che sia diminuita la virulenza, ribadendo inoltre che la sequenza dell’infezione è cambiata molto poco. Ciò che è mutata è la carica virale trasmessa durante i contatti tra le persone, che ha quindi un impatto sul decorso della malattia.

L’utilizzo continuo della mascherina è quindi fondamentale. Mentre, per quanto riguarda il distanziamento sociale, Crisanti ha spiegato che “non ci sono dati scientifici che stabiliscono quale sia la distanza assoluta di sicurezza, si tratta di distanze empiriche, chiaramente più si sta distanti più diminuisce la possibilità di contagio”. 

Sull’uso dell’idrossiclorochina in via preventiva, l’esperto non ha dubbi asserendo che lui stesso non la prende e che le persone intelligenti dovrebbero fare altrettanto. Non vi è infatti alcuna prova scientifica che attesti una sua efficacia in fatto di prevenzione.

Fonte: IlGiornale.it

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