Ancora niente “ciambotta”, “cinguetto”, pasta e fagioli, baccalà, polpette e le tante altre delizie che dal lontano 1870 hanno fatto del “Vicolo della Neve” il locale storico, più conosciuto anche fuori dai confini nazionali, della tradizione culinaria salernitana. Salerno e i salernitani si sentono orfani senza questo locale che è stato anche, nel passato, un punto di riferimento anche per i più grandi intellettuali e artisti della nostra città, come il pittore Clemente Tafuri e il poeta Alfonso Gatto.
Tutti, comunque, aspettano, non solo in città, la riapertura del “Vicolo della Neve”, che potrebbe arrivare agli inizi di giugno, quando saranno state risolte tutte le problematiche relative all’adeguamento del locale alle nuove prescrizioni e le difficoltà per garantire una turnazione di tutto il personale dipendente, alla luce della contrazione dei posti.
Vicolo della neve….simbolo della nostra città.
Orgoglio e tradizioni salernitane.
Sono persone cke meritano di chiudere perché nel mio locale ci sono 40 tavoli ma non li posso usare il personale in ogni caso mi serve le spese ci sono aspetto fino a quando la cosa finirà tanto c’è lacassa integrazione bravi
sigh…
Per Le caratteristiche del locale è impossibile sia distanziamento che qualsiasi altra misura di prevenzione