Andrej Nicolaiev, un 52enne rumeno residente a Ravello dove lavora stabilmente come bracciante agricolo, morì in seguito a una caduta in un terrazzamento della località Casa Rossa durante la campagna di raccolta dei limoni.
L’uomo precipitò da una macera a secco alta circa 5 metri, riportando gravi conseguenze. Cadendo, infatti, battè violentemente la testa su una pietra che gli sfondò la base cranica. Soccorso in ambulanza, giunse al vicino Pronto Soccorso di Castiglione in arresto cardiaco (leggi articolo del tempo in basso).
A distanza di sette anni esatti da quel fatto sconcertante, la Corte di Cassazione, sezione penale, presieduta dal magistrato Patrizia Piccialli, ha confermato la condanna per omicidio colposo ai danni del proprietario del terreno, un 80enne di Ravello. L’ultima sentenza è giunta lo scorso febbraio.
Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, l’imputato, C.M., aveva delegato il bracciante rumeno, suo amico, per la raccolta dei limoni: l’operaio siavvalse di semplici scale prive di ganci di trattenuta e di appoggi antisdrucciolevoli.
Nella ricostruzione operata dai giudici di merito, l’operazione era stata eseguita dal cittadino rumeno senza casco protettivo e mediante l’utilizzo di una scala comune, inadeguata a effettuare lavori a 7 metri di altezza, su un piano di calpestio in pendenza e con uno strapiombo di 5 metri e mezzo. Negligenze che, nella fase di raccolta degli agrumi, portarono alla caduta dell’operaio, che precipitò su una piazzola sottostante e morì per le gravi ferite riportate.
Il proprietario del terreno, condannato in via definitiva con sospensione condizionata della pena, è deceduto il 1° marzo.
Tra le parti si è giunti a una dedefinizione consensuale, e un accorso transattivo da 250mila euro.
Fonte il Vescovado