“Si apre finalmente si, con prescrizioni igienico sanitarie, in linea con quanto previsto già negli allegati della Conferenza stato regioni e dell’Istituto superiore di sanità, ma non mancano perplessità ed incertezze del nostro comparto ricettivo – scrivono a caldo dall’Abbac – a seguito della pubblicazione dell’ordinanza regionale n° 51 del 24 maggio.
“Bisognerà fare i conti con il nemico invisibile che potrebbe rilevarsi assai pericoloso in ambienti come le nostre piccole strutture ricettive – dichiara il presidente Abbac Agostino Ingenito – Rispetteremo appieno le prescrizioni imposte e rinunciamo, anche se con rammarico, al contatto diretto con l’ospite, uno degli elementi principali della nostra tipica ospitalità familiare tuttavia siamo seriamente preoccupati per il turismo che almeno non si vede all’orizzonte”.
Troppe le incognite, dalla Regione non è ancora emerso un piano di rilancio del turismo ed azioni che possano incentivarlo. “Siamo naturalmente consapevoli di cosa è stata la pandemia, ma al contempo abbiamo migliaia di famiglie che non hanno altri redditi e di solito sperano nella stagione per garantirsi sussistenza – dichiara Ingenito – Ricordo che la Regione Campania non ha erogato alcun contributo di sostegno alle attività ricettive familiari e non professionali e non si vedono al momento investimenti rilevanti per favorire turismo di prossimità e incentivi per flussi stranieri ove possibili”.
Dalla segreteria regionale dell’Abbac informano che sono state già predisposte convenzioni per le forniture di barriere protettive, acquisito di dispositivi come mascherine, guanti e detergenti oltre a dotarsi di software gestionali per il self ceck in e domotica a distanza.
“Inoltre stiamo sviluppando una formula online di ulteriore promozione di strutture ricettive, perlopiù abitazioni private, con un piano di disintermediazione e azioni di valorizzazione delle aree interne e località naturalistiche ma abbiamo bisogno di collaborazioni con le istituzioni – conclude Ingenito – C’è la difficoltà del disimpegno di molte strutture per mancati accordi con i proprietari, la concorrenza sleale di abusivi e speculatori e quella degli altri territori che si stanno meglio organizzando”.
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