A battere sul tempo perfino le banche, primo ente camerale in Italia, è stata la Camera di commercio delle Marche, rispondendo subito alla richiesta di liquidità da parte delle imprese, superando la barriera delle istruttorie in mano alle banche che dilata i tempi in modo insostenibile per le piccole e medie imprese pronte a ripartire.
Il progetto è talmente buono da aver attirato anche l’attenzione di Bankitalia, per i caratteri innovativi tra cui la possibilità di costituire un’Associazione temporanea di imprese tra Confidi vigilati e non.
Nelle settimane di chiusura un po’ tutti gli enti camerali hanno programmato i propri fondi in bilancio per supportare il credito: ma questo vuole dire mesi di attesa tra scrittura e istruttoria del bando, verifiche e controlli sulle domande fino all’effettiva erogazione del denaro sul conto dell’impresa.
Insomma, la Camera di Commercio finisce imbrigliata nella stessa rete delle banche. Ma mentre anche a Salerno i vertici dell’ente camerale languivano, nelle Marche la Camera di Commercio destinava 4 milioni al credito diretto, denaro fresco, che i confidi hanno trasferito subito alle aziende, grazie a un accesso facile alle domande e alla velocità nelle risposte, che non ha paragoni rispetto al percorso previsto dagli istituti di credito.
Il Confidi marchigiano ha ricevuto oltre 600 richieste per prestiti fino a 40mila euro, evase nel giro di una settimana, con un pre-ammortamento di 24 mesi, rimborsabile in 6 anni e un tasso di interesse dell’1%. Uno sforzo senza precedenti e inedito per un ente camerale, frutto di un riordino del bilancio, che anche qui si sarebbe potuto prendere in considerazione.
Quindi ci chiediamo: se è vero che volere è potere (e la Camera di Commercio marchigiana lo ha fatto), anche l’ente camerale di Salerno avrebbe potuto seguire la stessa strada ed anzi pensarci per prima. E perché, allora, non solo non lo ha fatto, ma forse non ci ha nemmeno pensato?.
Fonte: LIRATV