“Il fenomeno riguarda quasi sempre alimenti etichettati ingannevolmente con diciture, simboli e immagini che richiamano in particolare valori legati al contesto paesaggistico e culturale italiano, ingenerando così nei consumatori l’equivoco che l’intera filiera si sviluppi nel nostro Paese, e che le materie prime agricole utilizzate nel processo produttivo abbiano origine in Italia”, spiega Tofalo.
“Questa pratica ingannevole è diffusissima all’estero, in quanto non sempre il consumatore straniero riesce a distinguere un vero prodotto italiano da uno che ‘suona italiano’, ma anche da noi, vista la domanda crescente”.
“La Difesa, insieme agli altri Dicasteri, gioca un ruolo importante nella lotta alla contraffazione. Insieme alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato, l’Arma dei Carabinieri è in primissima linea sul fronte della lotta alla contraffazione agroalimentare internazionale, in cooperazione con le agenzie Europol, Interpol e con la Commissione Europea”.