Quando gli viene chiesto se i cittadini lombardi possono venire a Positano il 4 giugno, De Luca ha risposto così: «Credo proprio di sì. Siamo arrivati a questo 3 giugno tanto per cambiare nel modo peggiore, in un clima di incertezza, di confusione. Io proporrei da oggi in poi di togliere il nome delle regioni: non parliamo più di Lombardia, di Piemonte, parliamo di territori nazionali».
«Mi sarei aspettato dal Governo l’assunzione di un criterio oggettivo e semplice. Nei territori del nostro Paese nei quali per un mese di fila si registrano più di 200 casi di contagio al giorno è ragionevole che sia una limitazione della mobilità. Che questo territorio si chiami Campania o si chiami Lombardia o si chiami Emilia non conta nulla».
«Abbiamo regioni meridionali che grazie a Dio hanno retto bene. Non credo che sia un delitto ragionare su come evitare di importare possibili nuovi focolai di contagio».
De Luca poi si è espresso negativamente sull’arrivo degli assistenti volontari: «Ci domandiamo cosa diavolo debbano fare. Ci hanno detto che non fanno praticamente nulla, ma solo moral suasion. Mi preparo dunque a vedere in azione sessantamila raddrizzatori di banane o venditori di cocco. Persone che improvvisano, ma vabbè, questa è l’Italia di oggi».
In chiusura di collegamento De Luca ha voluto rimarcare come la Campania è con i fatti e non a parole la Regione della solidarietà: «Abbiamo avviato un piano di emergenza socio-economico con misure di sostegno a famiglie ed imprese che vale quasi un miliardo aumentando tra l’altro le pensioni al minimo a 1000 euro a 230mila pensionati per i mesi di maggio e giugno».