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Calcio tra nuove regole e dubbi, si ragiona su tutte le ipotesi

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Il calcio è pronto a ripartire ma non è sicuro di arrivare alla fine. E non potrebbe essere altrimenti considerata la pandemia da coronavirus che ha sconvolto il mondo. Così, all’indomani della stesura del calendario di serie A (ripresa il 20 giugno, ultima giornata prevista il 2 agosto), la Lega fissa per venerdì una nuova assemblea. I club si incontrano per stabilire, in caso di nuovo stop, i piani alternativi che prevedono playoff e playout oppure la cristallizzazione della classifica tramite un algoritmo.

Mentre il Governo valuta l’ipotesi di una parziale riapertura degli stadi da luglio, in base ovviamente all’andamento dei contagi. Tutto questo nel giorno in cui dalla Spagna arriva la notizia della presunta positività di cinque calciatori e due componenti dello staff tecnico del Barcellona. Tra nuove regole e dubbi, il calcio naviga a vista prendendo in considerazione ogni ipotesi. Anche perché il rispetto del protocollo sanitario non sarà facile per tutti.

In serie A le potenzialità economiche sono alte e non dovrebbero esserci grandi problemi organizzativi. Discorso diverso in serie B dove alcune società hanno difficoltà per i controlli medici e per l’isolamento in una struttura sportiva dedicata in caso di positività di un calciatore o di un componente dello staff.

Non ne parliamo in serie C dove i problemi economici sono enormi e rischiano concretamente di condizionare il rispetto del protocollo. Intanto in Francia, dove hanno sospeso il campionato, raccoglie sempre più consensi il fronte della protesta capeggiata dai presidenti di Lille e Lione.

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