I neolaureati in farmacia della regione pronti ad unirsi compatti sotto la sede dell’ordine dei farmacisti di via Mobilio domattina alle ore 11.00 per smuovere l’opinione pubblica in riferimento all’attuale situazione sanitaria che ha rilevato enormi falle nel e del sistema, come leggiamo nella nota diffusa alla stampa. Durante l’emergenza COVID-19 il comparto sanità al quale anche noi apparteniamo ha ottemperato egregiamente al proprio dovere. Per far fronte a una delle falle del sistema sanitario il Ministero competente ha deciso di rendere abilitante la laurea in medicina e in scienze infermieristiche senza la necessità di sostenere l’esame di Stato. Durante questo periodo non sono stati solo medici e infermieri che hanno svolto il loro servizio, pagandone un tributo personale in termini di vite umane, ma anche farmacisti, psicologi e biologi che hanno ottemperato al proprio dovere professionale mettendo a rischio la propria salute e anche la vita. Ci siamo radunati sotto un’unica egida, chiedendo che il nostro Esame di Stato venisse tramutato nel riconoscimento del tirocinio professionalizzante, così com’è accaduto per i laureati in Medicina, grazie al DL Cura Italia nello scorso mese di Marzo. La nostra richiesta è più che legittima, essendo la nostra una professione sanitaria. A ciò vogliamo aggiungere anche una breve considerazione sui risvolti economici di tale scelta: in un momento in cui tante famiglie si trovano in una condizione di crisi economica viene richiesto un esborso quantificabile in media intorno ai 400 euro per poter sostenere l’esame di Stato. Un esame che normalmente si svolge in più di 3 mesi, con prove intervallate da finestre temporali di più settimane, adesso verrebbe accorpato e svolto in un colloquio telematico, del quale non conosciamo neppure le tempistiche. Siamo pronti a batterci per i nostri diritti anche in considerazione delle poche borse di specializzazione che la nostra categoria riceve ogni anno, i contratti lavorativi poco stimolanti con un trattamento salariale molto inferiore rispetto ai nostri colleghi medici