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Maiori, eredità contestata, tutti assolti: medico, notaio e testimoni

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Erano stati accusati a vario titolo di falso in atto pubblico, circonvenzione d’incapace ed appropriazione indebita. Ieri il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Gerardina Romaniello, ha assolto, perché il fatto non sussiste, il medico di Maiori Maurizio Coppola, dirigente dell’Asl Salerno, il notaio Emilia D’Antonio di Angri, e i due collaboratori della professionista dell’Agro, il paganese 58enne F.R. e il 71enne angrese M.R.

A finire nei guai era stato il dottor Coppola che, secondo l’accusa, sarebbe stato aiutato ad intestarsi due appartamenti del valore complessivo di 500mila euro. Gli imputati avevano chiesto di essere giudicati con il rito dell’abbreviato.

Il medico, difeso dell’avvocato penalista del Foro di Salerno Lucio Basco, era stato accusato di truffa ai danni di sua cugina per farsi intestare due case a Maiori.
I due immobili, uno in corso Reginna e l’altro nella parte alta del borgo, all’epoca furono sottoposti a sequestro, dai finanzieri di Salerno in esecuzione di un decreto di sequestro cautelativo, disposto dal Gip del Tribunale di Salerno.

Gravi le accuse sul medico, denunciato e accusato di circonvenzione di incapace e di appropriazione indebita.

Secondo la ricostruzione della Procura di Salerno, all’epoca il medico si sarebbe impossessato dei due immobili approfittando, secondo l’accusa, dello stato di infermità psichica di Maria Riccio.

Il dottor Coppola, assisteva da anni l’anziana zia che, non avendo figli, viveva da sola a Maiori e non aveva altri parenti in grado di accudirla in loco. Questo era già a conoscenza anche della nipote della Riccio, nonché cugina del medico per via di un legame di parentela acquisito per via di un altro ceppo familiare.

Proprio la donna, poi aveva denunciato tutto ed intentato la causa contro i professionisti.

Il notaio D’Antonio e dei suoi collaboratori, curarono la parte testamentaria e per questo erano stati indagati e accusati del delitto di falso in atto pubblico per avere rogato l’atto, nel 2015.

Si attende, nei prossimi giorni, il dissequestro degli immobili.

Fonte Il Vescovado

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