Dunque, in aggiunta alla preparazione teorica fornitaci dal percorso di studi ci avvaliamo di una una conoscenza basica delle nozioni pratiche che solo stando in farmacia si apprendono.
Con grande rammarico si rappresenta che la figura professionale del Farmacista è stata rivalutata in senso negativo e purtroppo, causa Covid-19, molti colleghi hanno fatto prevalere il lato commerciale più che quello scientifico. L’attenzione, però, dovrebbe cadere anche su di un’altra figura professionale: il medico.
Molti di loro in questi mesi hanno preferito non esercitare caricando i Farmacisti di un’ulteriore lavoro che, è stato svolto egregiamente. I pazienti, quindi, hanno continuato ad avere assistenza medica grazie all’instancabile lavoro di noi Farmacisti che abbiamo messo in primo piano l’assistenza ai pazienti purtroppo spesso abbandonati dai loro medici.
Abilitare noi neo laureati Farmacisti porterebbe ad una serie di vantaggi. In primis, ovviamente, sarebbe un respiro per tutte le famiglie evitare di pagare 400 euro (e ci sono famiglie in cui due sono i figli a dover sostenere l’esame, dunque la cifra è di 800 euro); abilitare significa dare la possibilità a noi ragazzi, imbottiti di nozioni teoriche, di iniziare a praticare la professione; abilitare significa dare una mano a tutti quei colleghi che hanno lavorato il doppio delle ore e con il doppio della paura. Si, paura. Paura di essere contagiati e di contagiare a loro volta, figli e mariti e/o mogli perché ricordiamoci sempre che il Farmacista è pur sempre un operatore sanitario a contatto con i pazienti.
Il nostro non vuole essere un escamotage tipico da liceali ma chiediamo solo essere valutati per ciò che valiamo. Infermieri medici e farmacisti sono gli operatori sanitari coinvolti in prima linea, ognuno ha la propria preparazione utile per fronteggiare l’emergenza. Basta subordinare le figure, iniziamo a rispettarci e sopratutto ad ascoltarci.
Ci auguriamo in una risposta in tempi brevi in quanto abbiamo atteso troppo tempo in un emergenza sanitaria che ora si sta è trasformata anche in economica; inoltre non possiamo continuare a rimanere in un incertezza totale in cui non conosciamo esattamente le modalità dell’esame a cui andiamo a sottoporci. Purtroppo le università si sono semplicemente espresse indicando il tempo ossia 30 minuti di una prova orale ma non sulle esatte modalità quindi si aggiunge al periodo emergenziale generale anche uno stress psicofisico che va a gravare sullo studente”.
I rappresentati dei dottori in farmacia dell’Università degli studi di Salerno
Dr.Alfredo Del Giudice
Dr.ssa.Giorgia Di Nuto
Dr.ssa Rosaria Francolino
Dr.ssa Francesca Serritiello
Io non capisco perchè solo in Italia dopo tanti anni di studi e finalmente l’agognata laurea non si è abilitati automaticamente ad esercitare la professione. Certo c’è da ristrutturare i corsi di laurea prevedendo più attività pratica sul campo che porterebbe anche ad una migliore valutazione finale. Troppi lacci burocratici e interessi corporativi fanno si che poi le migliori giovani e brillanti menti emigrano all’estero per conseguire quei successi professionali che in Italia gli vengono negati.