Bisogna precisare però che la tecnologia utilizzata dai ricercatori medici di Stanford non ha nulla a che fare con l’iconico gioco di Bandai Namco se non per l’evidente omonimia. In questo caso, Pac-Man è un acronimo che sta per Profilattico Antivirale CRISPR nelle cellule umane, uno strumento di “editing genetico” che è stato utilizzato per combattere l’influenza.
I ricercatori stanno lavorando da diversi mesi ormai a questa cura insieme al Berkeley Lab, un laboratorio annesso al Dipartimento di Energia degli Stati Uniti di base in California. Ciò che accomuna dunque la famosa pallina gialla del videogioco con la tecnica utilizzata dagli scienziati consiste proprio nel modo in cui tali geni modificati vengano “consegnati” nei polmoni del paziente dove il virus ha il maggiore impatto.
Ciò su cui infatti i due team di ricerca si stanno concentrando è dunque il sistema con il quale l’editing genetico agisce sul virus e che ha già dato risultati incoraggianti, tanto che gli scienzati sembrano pronti a iniziare la fase di test su pazienti umani.
Anche se questa non è certo la veste tradizionale con la quale i fan sono abituati a vedere Pac-Man, è bello sapere che il suo nome sia collegato a una ricerca che potrebbe avere un enorme impatto globale e potrebbe aiutare a salvare vite umane anziché semplicemente divertire i tantissimi fan del franchise.