Non c’era bisogno del virus per avere la crisi del commercio in Città. Negli ultimi anni, decine e decine di botteghe, anche di qualità, sono scomparse dal nostro panorama economico e sono state sostituite, per lo più, da bar, paninoteche, pizzerie, friggitorie e cuopperie. Se è buona e giusta la loro presenza, non è negabile che nel ‘cambio’ abbiamo perso luoghi nei quali, insieme ai beni, potevamo trovare suggerimenti, notizie, pettegolezzi e anche rapporti di amicizia. Del resto, sappiamo bene che il commercio assolve, da sempre, a una vera funzione ‘di pubblica utilità’ e che la presenza di una luce accesa, soprattutto in periferia, fa compagnia, allegria, calore e sicurezza
Per questo, noi pensiamo che l’emergenza sanitaria possa costituire l’occasione per interventi che, nel salvaguardare gli interessi di tutti gli esercenti in grave pericolo, siano in grado di favorire la ‘resurrezione delle botteghe’ come presupposto per il recupero di un migliore livello di vivibilità in molti quartieri e diverse strade del Centro.
In sostanza, per noi, il settore ha pieno diritto di essere presente nel ‘Manifesto per la Città’. E, nella veste di liberi cittadini, fortemente attenti alle sorti di questa Comunità, ci permettiamo presentare conseguenti, specifiche, proposte.
In verità, chi ci legge da più tempo sa che, già in passato, abbiamo individuato la possibile soluzione nella realizzazione di Centri Commerciali Naturali, CCN, nei quartieri potenzialmente più idonei a fungere da attrattori e da stimolo nei confronti dell’intero territorio (cfr. pagina Fb).
Premettiamo che i CCN sono ‘percorsi protetti di quartiere’ costruiti integrando attività commerciali, alimentari e non, e attrattori sinergici con la finalità di creare, in ambito urbano, scenografie del tutto simili a quelle dei Grandi Centri Commerciali e di offrire le stesse utilità in termini di operatività e di servizi.
Si tratta, in sintesi, di predisporre progetti abbinati di urbanistica e di marketing volti, da una parte, a riqualificare le strade prescelte, da pedonalizzare e dotare di arredo urbano a tema, nuove piantumazioni, fontane e giochi d’acqua, aree di riposo, parcheggi, e, dall’altra, a introdurre tra gli operatori condivisioni di utilità, di spese e di spazi, per sviluppare le maggiori economie di scala.
I Centri Commerciali che abbiamo già proposto sono tre: a oriente, il ‘Fatima’ di via Madonna di Fatima, a occidente, il ‘Popilia’, nome romano di via Tasso, e, a nord, l’’Irna’, nome etrusco di Fratte.
La scelta di via Madonna di Fatima, per il primo, ci è sembrata la più adatta perché la sua posizione defilata, estranea ai flussi veicolari, rende possibile intervenire in profondità senza alcuna conseguenza sulla mobilità dell’intero quartiere.
L’intervento urbanistico dovrebbe essere incentrato sulla ri-sagomatura dell’intero tratto tra la Chiesa e l’Associazione Industriali per portare, in quel dedalo urbano, più verde, più aria, più pulizia, con aree a giardino, giochi per bambini, fontane e panchine, anche aprendo verso il mare con un nuovo viale tra via Posidonia e il Polo Nautico in luogo della spina di vecchi e, talora, fatiscenti fabbricati.
Poi, dovrebbero essere ripresi gli edifici, riaperti i locali abbandonati da anni e recuperati, con nuova dignità, i diversi ‘porticati’ grazie all’insediamento di librerie, negozi d’arte, servizi, locali di socializzazione, il ‘pianoforte di piazza’, botteghe per lo sport, la nautica, l’artigianato della tradizione marinara. Nei locali di maggiori dimensioni, la coabitazione di differenti tipologie renderebbe possibile proporre ‘offerte plurime’ del tutto simili a quelle dei Centri fuori Città.
Il secondo CCN, il ‘Popilia’, ha l’obiettivo di attivare la storia e le memorie in funzione di attrattori per il definitivo recupero dell’intera zona storica, soprattutto nella sua parte più alta.
In esso, si dovrebbero coinvolgere tutte le tipologie di attività con particolare riferimento a quelle della qualità, della tradizione, dell’arte, della cultura, del saper fare, della gastronomia, per dare all’area una nuova anima, una diversa immagine, una rinnovata vitalità, nel rispetto della sua identità.
La riqualificazione urbana dovrebbe interessare i luoghi, ma anche far rinascere gli edifici diruti perché possano divenire contenitori di servizio per propagandare tradizione, cultura, talento e saper fare. Poi, realizzare il recupero degli spazi verdi e degli orti, degli slarghi e delle scalinatelle, da addobbare con alberature, fiori e panchine per il riposo.
A partire da via Botteghelle e via da Procida, percorsi di qualità con bouganville di ogni colore dovrebbero condurre viaggiatori e cittadini lungo via dei Canali, via Tasso, Porta di Ronca, San Lorenzo, San Massimo, fino a Montevergine e, ancora più su, a via de Renzi e al Conservatorio.
Il CCN ‘Irna’ di Fratte ha la finalità di riportare ‘la qualità della vita’ in un quartiere dove essa è, attualmente, un miraggio. Fratte ha bisogno di tutto. Ma necessita soprattutto di una nuova immagine che possa favorire la modifica delle abitudini di vita e diffondere serenità e fiducia in un ambiente fin troppo degradato e martoriato.
Più precisamente, noi pensiamo sia doveroso puntare su una missione commerciale con servizi di valorizzazione dei beni archeologici in chiave turistica
Così, deviando ai margini il traffico (si può fare), la piazzetta pedonalizzata dovrebbe riprendere la funzione di cuore del quartiere; di un grande spazio di colore, calore e vita, con ristoranti e bar, negozi letterari, di antiquariato e arte, ‘giochi d’acqua’ e angoli per i più piccini. Per le memorie etrusche, vere ricchezze della Comunità lasciate colpevolmente in abbandono, abbiamo già proposto di realizzare un Museo in uno degli edifici della storia industriale.
Non indugiamo sui progetti per mancanza di spazio. Chi ha pazienza, li troverà descritti nella pagina FB.
In definitiva, noi siamo convinti che, se il commercio è fonte di vitalità, con i CCN sia possibile veramente riportare la vita nei luoghi che, per secoli, ci hanno dato la vita. E che soffrono, oggi, anche a causa di provvedimenti inopportuni che hanno consentito di realizzare cittadelle commerciali ‘quasi al centro’. Peraltro, proprio in questi giorni si parla di un ulteriore complesso della specie nonostante l’assenza di un sufficiente bacino di utenza e la perdurante crisi. Una ulteriore occasione perduta per dare alla Città una struttura della scienza e del sapere e per offrire ai nostri giovani posti di lavoro più qualificati rispetto a quelli, pur rispettabili, da camerieri, addetti alle pulizie e commessi a poco prezzo.
Per dare vita ad una diversa realtà urbana, moderna, viva, allegra, colorata, positiva, turistica, con la giusta qualità per definirsi europea, sono necessari progetti, idee, stimoli e, soprattutto, le volontà degli operatori economici e degli amministratori.
Non è una ‘impresa impossibile’ e crediamo sia un dovere impegnarci, tutti, nell’esclusivo interesse della Comunità.
Perché tutti abbiamo il diritto di vivere in una Città migliore.
Questa Città ha bisogno di amore.
e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com
pagina fb: Associazione io Salerno
(segue)
I commercianti è una vita cke rubano adesso chiudono
È un progetto bellissimo, ambiziosissimo, ma realizzabile solo se si mette in conto l’ingente onerosità del tempo e dei costi occorrenti per realizzarlo. Quindi, solo un novello Aga Khan, ammesso che ce sia ancora qualcuno in circolazione, dovrebbe assumersi l’onore e l’onore per la realizzazione del prodgetto. Lavorando in tandem sul sito a monte e su quelli a occidente e oriente, si otterrebbe una durata complessiva dei lavori in termini contenuti e coerenti con l’esigenza di dare alla città moderni luoghi di aggregazione, opportunamente attrezzati e in maniera diversificata per le varie esigenze.
Quanto si darebbe, se questo non fosse un fantasioso libro dei sogni!!!