“Stupisce la rapidità con cui la notizia è pervenuta agli Organi di Stampa, ed è stata da questi diffusa, corredandola di nome, cognome, carica professionale e fotografia del professionista indagato.
Eppure negli anni precedenti, in occasione di incontri pubblici con rappresentanti della stampa, della magistratura e del nostro Ordine professionale, vi è stata una nostra forte sollecitazione a riportare, nei casi giudiziari in itinere, unicamente le iniziali delle persone coinvolte a tutela della privacy e del procedimento giudiziario in essere.
Nel caso in questione, il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari, per loro natura di fatto riservate, nonostante la notifica avvenuta del provvedimento di interdizione dallo svolgimento della professione. Il fascicolo giudiziario è stato aperto in seguito a una denuncia di parte e al collega indagato vanno garantite tutte le riserve del caso, avendo questi la possibilità di produrre prove da utilizzare in sede di difesa processuale.
Pertanto, come Presidente dell’Ordine dei Medici-chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno, esprimo rammarico per le modalità con cui la notizia è stata resa nota alla Stampa e da questa diffusa, insieme ad una comprensibile preoccupazione per il collega.
Questo, ovviamente, non vuole essere un diniego al corretto e giusto cammino della giustizia né è una posizione precostituita. È un semplice invito a chi ha il dovere della informazione, al valore del rispetto della persona, chi che sia, perché trionfi la sicurezza insieme alla serenità di giudizio.