A dirlo, ieri, è stato il professor Paolo Ascierto, direttore dell’unità melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’istituto nazionale tumori Irccs “Fondazione Pascale” di Napoli, in audizione con la commissione Affari sociali della Camera dei deputati.
Oltre a lui erano presenti, in video conferenza, anche Maurizio Di Mauro, direttore generale dell’ “azienda ospedaliera specialistica dei Colli” di Napoli, Roberto Parrella, direttore del dipartimento di malattie infettive ad indirizzo respiratorio dell’ospedale “Cotugno” di Napoli, Francesco Menichetti, direttore dell’unità operativa di malattie infettive dell’ “azienda ospedialiero-universitaria pisana” e Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto nazionale per le malattie infettive dell’ospedale “Lazzaro Spallanzani” di Roma.
I dati parlano chiaro, il Tocilizumab ha ridotto la mortalità per Covid del 22,4 per cento. Un ottimo risultato se si pensa che ci si aspettava il 10 per cento di riuscita del farmaco sui pazienti affetti dall’infezione polmonare. Queste informazioni potrebbero essere un grande passo avanti verso la scoperta di un farmaco specifico per curare il Coronavirus o per la giusta terapia da utilizzare.
L’audizione alla Camera era sulla sperimentazione con il plasma per pazienti che hanno contratto il Covid-19 e il professor Ascierto ha parlato della sperimentazione ancora in corso del Tocilizumab.
“È molto conosciuto tra gli ematologi – ha spiegato il noto oncologo campano -. All’inizio della pandemia abbiamo contattato alcuni colleghi cinesi, ci hanno detto che avevano sperimentato questo farmaco su venti persone e che stava dando risultati positivi. Abbiamo, quindi, riunito una task force e abbiamo deciso di utilizzarlo sui pazienti con distress respiratorio anche nel nostro Istituto. I primi trattamenti con il Tocilizumab hanno dato un risultato importante perciò abbiamo avviato uno studio clinico. (chiamato Tocivid 19, ndr)”.
Che il Tocilizumab avesse degli effetti positivi sui pazienti con il Coronavirus si sapeva già, ma questa informazione era stata annunciata all’inizio della sperimentazione. Ieri, poi, i dati certi. Sono stati arruolati in venti ore 330 pazienti affetti da un distress respiratorio acuto, come ha spiegato Ascierto ai deputati, per poi passare, con l’Aifa (l’agenzia italiana del farmaco), ad una coorte osservazionale di oltre 2500 pazienti.
In totale, lo studio Tocivid-19 dell’istituto Pascale (sarebbe lo “studio multicentrico su efficacia e sicurezza di tocilizumab nel trattamento di pazienti affetti da polmonite da COVID-19”) “ha registrato quasi 4mila pazienti e il 60 per cento di questi è stato trattato con il farmaco” come spiega a ilGiornale.it Ascierto.
Ma come è nata l’idea di questa sperimentazione? È stato deciso di utilizzare gli anti- Interleuchina 6, che sono medicinali che combattono la proteina ‘Interleuchina 6’ che provoca il distress respiratorio, lo stesso del Covid-19. Ascierto questo farmaco lo conosce bene perché viene somministrato ad alcuni pazienti oncologici. Come ha spiegato meglio in audizione, lui, come altri oncologi, tratta solitamente i pazienti affetti da cancro con l’immunoterapia che a volte dà effetti collaterali tra cui le polmoniti immunoindotte.
Ad alcuni viene, pertanto, somministrata una cura cortisonica, per altri, invece (quando il cortisone non basta) si utilizzano altri immunosoppressivi tra cui il Tocilizumab. Inoltre, dopo alcune autopsie effettuate sui pazienti cinesi, è emerso che nel microambiente del polmone, c’era un aumento delle cellule dell’immunità innata (i cosiddetti macrofagi) che producono sostanze tra cui l’Interleuchina 6 che, come detto, è tra le più importanti sostanze che generano il distress respiratorio. Da qui l’idea di utilizzare gli anti-Interleuchina 6.
Dal Pascali di Napoli i medici hanno preso contatti con i colleghi cinesi che avevano utilizzato questo farmaco prima di loro e che avevano notato un miglioramento dei pazienti in 24-48 ore.
“Da quel momento, grazie al direttore Di Mauro e al mio direttore, il dottor Bianchi, abbiamo creato una task force al Cotugno dove tutti, insieme al dottor Parrella e altri infettivologi e rianimatori dell’ospedale, abbiamo deciso di applicare la terapia nei pazienti con il distress respiratorio”. La sperimentazione ha avuto inizio il 17 marzo scorso e da quel momento, dopo i primi risultati positivi, si è deciso di mettere su uno studio clinico che è ancora in corso, ma che potrebbe dare risposte concrete e positive nella lotta al Covid.
Questo non significa che il Tocilizumab sia il farmaco tanto atteso per sconfiggere l’epidemia. Come spiega, infatti, il professor Scierto a ilGiornale.it, “blocca la tempesta citochinica che è responsabile delle forme severe di Covid 19, non previene l’infezione. Serve nei casi in cui ci siano le complicanze quando già l’infezione è avvenuta.”
Il noto medico campano impegnato nella lotta al Covid raccomanda, infine, i cittadini di non abbassare la guardia e dice: “Ci sono segnali incoraggianti a livello epidemiologico, ma allo stesso tempo abbiamo notizie negli ultimi giorni anche di piccoli focolai che si sono sviluppati. Bisogna, quindi, essere prudenti.”.
Fonte IlGiornale.it
Il professore ascierto e l’unico che dice la verità perché è una persona seria e preparata al posto di quelli che dicono di essere dei luminari. Forza proff coraggio non ci abbandonate