Così, nella giornata di ieri una prima raccolta firme è avvenuta dinanzi la scuola Matteo Mari per presentare una istanza alle istituzioni competenti contro il taglio dei posti in organico di diritto riservati agli insegnanti di sostegno.
«Sosteniamo i bambini, sosteniamo la scuola, sosteniamo il diritto allo studio», è lo slogan della manifestazione contro il taglio del personale e soprattutto contro il taglio dei posti risevato agli insegnanti di sostegno. Da tempo, infatti, gli istituti scolastici in provincia di Salerno stanno subendo un netto taglio dell’organico che riguarda riguarderebbero 227 posti comuni e 161 posti di sostegno complessivamente.
Un taglio dell’organico contro il quale si è schierato, fin da subito, anche il sindacato Gilda degli Insegnanti che parlano di numeri assolutamente non corrispondenti a quelli definiti sul tavolo di confronto, tenutosi lo scorso 17 aprile tra il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale e le Organizzazioni Sindacali di categoria.
Secondo le tabelle allegate al verbale dell’incontro, i tagli relativi alla nostra provincia sono solo 52 e riguardano i posti comuni (13 primaria – 3 primo grado – 36 secondo grado) mentre per il sostegno è previsto un incremento di 63 unità di organico (2 infanzia – 6 prima ria – 4 primo grado – 51 secondo grado). L’assenza di tempestiva informazione sui dati effettivamente convalidati e di ogni forma di interlocuzione con il Dirigente dell’Ufficio Scolastico provinciale, la dottoressa Attanasio, rende difficile comprendere non solo la reale dimensione dei tagli, ma le regioni che sottendono tali scelte.
La conferma dell’organico già assegnato a livello nazionale e regionale, sancita dalla nota 487 del 10 aprile scorso, ottenuta a seguito delle forti pressioni delle Organizzazioni Sindacali nonostante la riduzione del numero di alunni, ha una precisa finalità: non privare di risorse professionali le scuole, mantenendo il contingente assegnato ad ogni singolo istituto anche in caso di soprannumero per poter valorizzare la continuità didattica, consentire, fin dal 1°settembre, il recupero delle carenze, ristabilire le relazioni educative sospese dall’emergenza Covid-19, evitare gli accorpamenti delle classi, ossia la costituzione delle cosiddette “classi pollaio”.
I tagli previsti compromettono fortemente tale finalità e il ruolo strategico della scuola contro i fenomeni di dispersione, di abbandono, di marginalità soprattutto al rientro dalla grave situazione di questi mesi.