Dalle ore 18:00 di sabato 20 giugno il Sindaco Giuseppe Lanzara, gli Assessori Adele Triggiano, Michele Roberto Di Muro e Carmine Spina, unitamente al Presidente del Circolo Occhi Verdi Carla del Mese e tutti i curiosi/appassionati di storia, cultura ed ambiente, potranno cimentarsi in un percorso per le strade della città.
Diverse le tappe previste durante la serata, che vanno dal Parco Archeologico alla Masseria Siscaritolo.
Un tour di straordinaria bellezza, una sorta di immersione nella storia e nel magico paesaggio di Pontecagnano Faiano, che così è stato commentato dall’organizzatrice Carla Del Mese:
“Il progetto in questione, già proposto nel 2012, trova oggi la sua realizzazione concreta. Si tratta di un itinerario permanente di trekking urbano, che permetterà la scoperta dell’estensione del parco archeologico urbano dell’antica Picentia. Un itinerario permanente che avrà una cadenza mensile e che si svilupperà in tre percorsi, di cui uno prenderà il nome di Demetra, con cui saranno messi in connessione l’area del Picentino con la parte interna del territorio comunale. Grazie alla fattiva collaborazione dell’ente sono stati anche posizionati pannelli archeologici, che illustrano le postazioni antiche rinvenute”.
Positivo anche il commento del Sindaco Giuseppe Lanzara:
“Anche a fronte dell’emergenza Covid, che ha ridisegnato i nostri confini e ci ha indotti a guardare con occhi nuovi la bellezza dei luoghi più prossimi a noi, viviamo questa esperienza con grande emozione ed orgoglio. La nostra città è un posto magnifico, da esplorare e da vivere con tutto l’ardore possibile. Ripartiamo dalle nostre radici e dal passato dei nostri avi per godere di un percorso magico, che la dedizione di Legambiente ha reso ancora più suggestivo ed avvincente. L’invito alla partecipazione è rivolto a tutta la collettività, affinché ritrovi nei suoi piccoli angoli di paradiso uno stimolo a ricominciare in nome dell’attaccamento alla nostra terra ed al suo splendore”.
PERCORSI CAMMINAMINA
Per conoscere, rispettare e valorizzare quello che quotidianamente “calpestiamo”
1 – La città degli Etruschi e dei Sanniti, la Picentia dei Romani – Parco Archeologico – Via Stadio (partenza)
Resti della fase romana di Picentia (268 a.C.). In alcuni punti sono visibili anche edifici della fase sannitica (IV-prima metà III sec. A.C.)
2 – Il Santuario settentrionale – Pastini
Collocato all’esterno della città. Risale al VI sec. a.C. è dedicato ad una divinità femminile, il cui nome è inciso su un Kantharos di bucchero: Luas, una dea nota a Roma, il cui nome significa “dea verdeggiante”, evocativo dell’ambiente in cui sorgeva. Dal Santuario proviene la coppa con l’iscrizione Amina, un gentilizio accostato al leggendario popolo degli Aminei, che la tradizione antica associa al territorio picentino.
3 / C 2 – Il Fiume Picentino e Il Signore dei cavalli – C.so Umberto I
Anche nell’antichità il fiume si attraversava in questo punto, guadato il fiume si poteva dirigersi verso l’abitato antico(Strada N), ai suoi piedi (Strada S) una strada parallela all’attuale corso Umberto (oggi non visibile) o verso il mare (Strada W) odierna Via Budetti. In età romana la Strada N è ripresa dal percorso della via consolare Regio-Capuam. Presso il guado si collocava una “stazione di posta”.
Al tracciato delle strade è connesso lo sviluppo della necropoli dell’insediamento etrusco (inizi IX sec. a.C.). All’incrocio con Via Dante si rinvenne la tomba principesca 4461, risalente alla fine dell’VIII sec. a.C., dalla quale provengono due splendide maschere equine di bronzo, un ricco corredo di vasi di bronzo e di ceramica, armi e ornamenti.
4 – Un’area di frontiera, una comunità aperta – Il Sepolcreto dei tumuli – Via Raffaello Sanzio
Sono visibili fosse di sepolture con recinti in lastre di travertino databili tra VII e VI sec.a.C. . Questa area è interessata dai recenti rinvenimenti di una ricca necropoli. Una delle tombe più interessanti è la tomba a camera dipinta (T.9890) detta “della donna con l’ombrellino” (rimontata nel Museo e restaurata). La Tomba del III sec. a.C., oltre ad un ricco corredo presenta una straordinaria decorazione pittorica.
Nella Pontecagnano etrusca giungono personaggi di diversa provenienza e cultura. Arrivano dalle colline picentine e dall’Irpinia, dalle città greche della Campania, dall’Italia centrale dall’Enotria: qui diventano etruschi integrati alla pari nella comunità cittadina.
Lungo C.so Italia, il tracciato comincia a salire, evidenziando il salto di quota connesso alla piattaforma di travertino su cui sorgeva l’abitato antico. Lungo questo percorso, a Via Sicilia, si sviluppa la necropoli più importante della città antica(fine VII – primi decenni del III a.C.).
5 – I Principi di Pontecagnano – Piazza Risorgimento
Qui si colloca il nucleo più antico della necropoli databile tra la fine dell’VIII e i primi decenni del VII sec. a.C. Sotto l’edificio a nord-est della piazza sono state rinvenute le tombe principesche 926 e 928 databili al 670 a.C., fulcro dell’esposizione del MAP. La tomba d’infante rinvenuta sotto la chiesa ha restituito, su un calice d’impasto, una epigrafe che ricorda il dono del vaso a Venela e Velchae Rasunie , probabilmente i genitori che lo hanno deposto nella tomba della loro bambina. Il gentilizio rimanda a Rasenna, il nome con cui gli Etruschi chiamavano se stessi. I sepolcreti di Piazza Risorgimento hanno restituito una grande quantità di iscrizioni etrusche(VI-IV sec.a.C.).
6 – Lo spazio dei cittadini – Il Santuario di Apollo – Via Verdi
E’ l’angolo sud-occidentale dell’abitato antico, dove si collocava l’area pubblica della città, comprendente una grande piazza sulla quale si affacciava il Santuario di Apollo. L’area sacra si sviluppa a destra di Via Verdi; impiantata intorno al 600 a.C., in un’area precedentemente occupata da capanne, di cui si sono rinvenuti i buchi dei pali di sostegno. Il santuario vive fino al III sec.a.C. Tra gli oggetti recuperati una serie di vasi con dediche ad Apollo.
7 – La bottega dei ceramisti – incrocio Via C. Colombo – Via Cavalleggeri
C.so Italia corre lungo il tracciato delle antiche mura della città, edificate intorno al 500 a.C. e ristrutturate nel corso del IV sec. a.C. All’incrocio con Via C.Colombo nella prima metà del VI sec. a.C. sorgeva una bottega dedita alla produzione di tegole e ceramica.
8 – L’Area urbana antica – Via dei Gladiatori- Via Stadio
All’altezza del parco giochi di Via Cavalleggeri sono interrati resti di ambienti del periodo romano (II-I sec.a.C.) e due pozzi connessi ad abitazioni di V-IV sec.a.C.
A sinistra del Campo Sportivo sono interrati edifici del V-IV sec.a.C.; strutture murarie sono state rinvenute intorno al terreno di gioco dello Stadio.
C 1 – Centola – ex Tabacchificio – Centro Europeo delle Creatività Emergenti
Il Complesso industriale cela una storia quasi secolare. Il primo nucleo venne realizzato a partire dagli anni ‘20, quando a Pontecagnano venne introdotta la coltivazione del tabacco. Negli anni vennero costruiti 4 complessi in cui lavoravano ca. 150 dipendenti e 2.500 operaie ed operai stagionali, durante la raccolta. Dopo la seconda guerra mondiale il tabacco italiano divenne tra i più apprezzati al mondo. Negli anni ’70, purtroppo, una malattia della pianta distrusse intere coltivazioni, mettendo in crisi il settore e trasformando i complessi industriali in aree dismesse. Negli anni duemila furono avviati i lavori di riqualificazione e il complesso è diventato sede di eventi.
C 3 – La città cambia volto – Piazza Sabbato
Siamo nel cuore della necropoli situata ad ovest della città antica, utilizzata per circa 700 anni, a partire dall’arrivo degli Etruschi intorno al 900 a.C. fino alla fine dell’insediamento etrusco- sannitico nel corso del III sec. a.C.
C 4 – Dagli Etruschi ai Sanniti – Via Europa
Lungo Via Sicilia sono state rinvenute sepolture databili dalla fine del VII ai primi decenni del III sec. a.C.
Si rinvennero anche un altare in travertino per le offerte e, ai suoi piedi, una fossa della prima metà del VI sec.a.C. contenente vasi di bucchero di grande pregio utilizzati per le cerimonie funebri.
C 5 – Museo Archeologico Nazionale Gli Etruschi di Frontiera – Via Lucania
Inaugurato nel 2007, il Museo accoglie le straordinarie testimonianze archeologiche dell’insediamento sviluppatosi a partire dal IX sec.a.C. nell’area dell’attuale città di Pontecagnano Faiano.
L’allestimento museale si avvale di apparati didattici ispirati a criteri museografici moderni (ricostruzioni grafiche, ambientazioni, pannelli bilingui, riproduzione di oggetti e di sepolture) e illustra le storie di una comunità, avamposto meridionale degli Etruschi, aperta a rapporti e scambi con tutto il Mediterraneo.
Il percorso narra la storia del territorio picentino dall’età preistorica fino alla fondazione della città romana di Picentia.
D 1 – Masseria De Santis – Via Stadio
Costruita nel 1822, a forma di grancia. Proprietà degli Alfani e prima del Duca Giusso di Napoli, è stata condotta in fitto da Giovanni Menduti e dal 1926 da Francesco De Santis e poi dai figli.
D 2 – Masseria Malangone – Pastini
Edificio rurale della metà del 1800. Si articola su tre livelli: il piano terra costituito da pertinenze agricole(depositi macchie agricole, attrezzi e derrate alimentari); il primo piano, ad uso abitativo, con solai con volte a botte ed in legno, a cui si accedeva tramite una scala in muratura coperta, il terzo livello, a cui si accedeva tramite scala scoperta, costituito da due locali adibiti ad essiccatoi per il tabacco. La copertura in tegole su piccola e grossa orditura in legno. La struttura era costruita da pietrame grossolanamente squadrato legato da malta di calce.
D 3 – Il Lavatoio – Pastini
I lavatoi più antichi sono perlopiù a vasca unica e sono realizzati con pietra reperibile in loco o facilmente trasportabile: in alcuni rari casi sono conservati i piani di lavoro, che grazie alla loro ruvidezza, permettevano ai panni di ancorarsi al piano inclinato.
I panni venivano raccolti nella mastella e ricoperti dal cendrale, su cui sarebbe stata posta la cenere precedentemente setacciata. Intanto si metteva a scaldare l’acqua, presa dal pozzo o dalla fontana pubblica, nella caldara,
L’acqua bollente versata sulla cenere ne scioglieva i componenti, formando una soluzione di bicarbonato di potassio che, penetrando nei panni e unito al sapone, li rendeva bianchi e donava loro un profumo particolare e inimitabile. Versata tutta l’acqua, si ripiegavano gli angoli del cendrale su se stessi in modo che la biancheria rimanesse più a lungo possibile al caldo, e vi si lasciava riposare per tutta la notte.
Il giorno dopo, quando ormai l’acqua si era raffreddata, si toglieva il cendrale con la cenere, si sturava la mastella e si recuperava la ranna che sarebbe servita per lavare i panni di colore, i capelli, le stoviglie e i pavimenti.
Rimaneva ancora una cosa da fare…e cioè andare a sciacquare i panni sotto l’acqua corrente dei lavatoi o del fiume.
D 4 – Masseria Siscaritolo
Il fabbricato è da ritenersi del tardo ‘700. Infatti il catasto convalidato nel 1827 fa riferimento ad un atto redatto con decreto nell’agosto del 1809, pertanto il fabbricato deve ritenersi preesistente. Si giova delle acque sorgive che stanno nel fondo stesso e che vengono denominate “acque del Fontanone”
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