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Salerno. Povertà e disagio sociale: dati preoccupanti a S.Eustachio

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Si è conclusa la prima fase della ricerca condotta nei quartieri Sant’Eustachio ed Europa – tra i più colpiti in città dalla crisi divampata a causa del blocco delle attività lavorative dovuto alla pandemia – al fine di analizzare le dinamiche di povertà e disagio sociale rilevate. I dati verranno presentati nel corso di una conferenza stampa, che si terrà lunedì 22 giugno alle 10:30, presso la Parrocchia di Sant’Eustachio (Via
Quintino di Vona), alla presenza dell’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno, Nino Savastano.
Il lavoro di indagine preliminare – realizzato nei mesi di aprile e maggio da un team composto dalla Parrocchia di Sant’Eustachio e dalla squadra di rugby popolare Zona Orientale, a cui ha contribuito anche la Parrocchia Gesù Redentore, e con il supporto metodologico dell’Osservatorio Politiche Sociali dell’Università di Salerno, offre una panoramica sulle condizioni socio-economiche in cui versano le
famiglie più disagiate della zona, che si sono rivolte alle Caritas parrocchiali durante l’emergenza Covid19 per ricevere generi alimentari e di prima necessità. L’obiettivo è fornire a istituzioni, imprese e realtà del Terzo Settore una prima chiave di lettura per elaborare strategie condivise di contrasto alla povertà
e all’esclusione sociale. In apertura di conferenza stampa i saluti di Don Nello Senatore e Don Ciro Torre, a seguire gli interventi della professoressa Rossella Trapanese, responsabile dell’Osservatorio Politiche Sociali UniSa, e di Lambros Andreou, attivista della Zona Orientale Rugby che ha coordinato la somministrazione dei questionari.
“Dopo aver fronteggiato la pesante crisi legata al lockdown distribuendo oltre 1.200 pacchi, abbiamo focalizzato i nostri sforzi – afferma Don Nello Senatore – nel far emergere le situazioni di maggiore povertà e marginalità sociale presenti nei quartieri oggetto dell’indagine, al fine di offrire un aiuto più mirato e rispondente ai bisogni emersi. Nel ringraziare tutti coloro i quali, a vario titolo, hanno
contribuito nel fitto lavoro, evidenziamo, ad esempio, l’importanza di intraprendere una strada culturale, soprattutto per i più giovani”.
L’indagine, che ha interessato 112 nuclei familiari per un totale di 489 persone (il 22% del totale dei richiedenti aiuti alimentari) sará divisa in 3 parti. Nella prima verrà descritto il campione di riferimento e la sua composizione; nella seconda si analizzeranno le condizioni lavorative ed assistenziali dei soggetti intervistati; nella terza verranno esposti, tramite l’ “approccio delle capabilities”, i bisogni evidenziati
dagli intervistati.
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