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Che strano non saperlo !!! (di Giuseppe Fauceglia)

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L’ Italia è un Paese strano e ricco di sorprese.  Infatti da importanti organi di stampa e dalla TV siamo venuti a sapere che il Liceo Classico “Imbriani” di Pomigliano d’Arco, frequentato in gioventù dall’ on. Luigi Di Maio (attuale Ministro degli Esteri), è diventato la versione italiana della famosa e prestigiosa Ecole National d’Administration (ENA – Scuola nazionale di amministrazione), laddove in Francia si formano i “grands commis de l’ ètat” ovvero il personale che occupa cariche rilevanti nell’organizzazione statale. Siamo venuti, infatti, a conoscere che gli amici di classe e di liceo del nostro Ministro degli Esteri ricoprono posti e ruoli istituzionali importantissimi, e soprattutto ben retribuiti, come componenti di Collegi sindacali di grandi imprese italiane, capo di Segreteria del Ministero degli Esteri, consulenti ed assistenti del Parlamento Europeo, ecc..

Si tratta di posizioni apicali che i tantissimi giovani che hanno studiato per anni ed anni, non possono neppure sperare, e che, invece, sono miracolosamente assegnati agli ex studenti della più grande tra le fucine di menti del nostro Paese: il liceo classico di Pomigliano d’Arco. Credo che questo primato provenga dal cibo sano e naturale di cui si nutrono gli abitanti della zona e dall’aria notoriamente salubre e pulita.

In effetti, il risultato è coerente con le premesse. Per anni il Movimento 5stelle ha combattuto l’ élite intellettuale e politica, ritenendo – ad esempio – che  la casalinga (sempre quella di Voghera  !!) potesse avere più competenze di un  premio Nobel dell’economia, solo perché ogni mattina va a fare la spesa.

Ora, in coerenza con la premessa, il Movimento attribuisce incarichi delicati a componenti della tribù (o clan) di appartenenza, seguendo il vecchio metodo degli “amici degli amici”. Non è che questo, sia pure in modo meno sfacciato e valorizzando – ma solo qualche volta – anche  le competenze, non fosse già dapprima un costume esecrabile dell’italica politica, ma nessuno poteva aspettarsi  che coloro che volevano ”aprire le istituzioni come una scatoletta di tonno”, aprissero sì la scatoletta ma solo per mangiarsi il tonno. Ma gli italiani, come è storicamente noto, si fanno guidare dagli incantatori di serpenti !!

Non conosco se la vicenda della valigetta con tre milioni e cinquecentomila euro (in contanti) di provenienza venezuelana e consegnata a  Casaleggio (padre) sia o meno vera. Invero, dovrebbe essere la magistratura ad accettarlo, ma sono costretto a notare una certa lentezza nell’inizio delle indagini, nonostante il clamore della notitia criminis, diversamente da quanto è accaduto per altri presunti finanziamenti, quando si è mosso il più grande apparato investigativo nazionale, cieco in alcuni casi e severamente occhiuto in altri.

Leggo su “Il Dubbio” (uno dei pochi quotidiani ancora liberi) che l’on. Giovanni Favia, intervistato, ha riferito di essere stato contattato nel 2010 da personaggi del governo venezuelano, per allacciare contatti con il nostro italico movimento “terzamondista-anticapitalista-pararivoluzionario-boliviano”.

Conosciamo, invece, che il movimento 5stelle, con a capo  il “rivoluzionario terzamondista-comunista-pauperista-nichilista” Alessandro Di Battista e il nostro Ministro degli Esteri (il più esperto e preparato tra tutti i Ministri degli Esteri dell’Unione Europea), si è sempre fortemente opposto a ché  l’Italia condannasse il violento e sanguinario regime venezuelano di Chavez e Maduro.

In questi giorni sulla stampa sono state rese note notizie di viaggi di rappresentanti del Movimento 5Stelle in Venezuela già nel maggio 2017 (e si trattava di deputati con ruoli parlamentari delicati, tanto da poter mettere a rischio la sicurezza nazionale), nonché, in maniera più preoccupante, il sospetto di altri legami sotterranei e pericolosi.

Del resto, che il Movimento fosse sempre stato schierato in favore di Chavez è dimostrato plasticamente dal totale disinteresse nei confronti delle vicende dolorose che hanno interessato gli italo-venezuelani, espropriati delle loro sostanze e ridotti alla fame. In tutta la vicenda che ha riguardato Juan Guaidò,, il leader dell’opposizione venezuelana,  l’Italia è stato l’unico Paese europeo a non prendere posizione in favore di immediate elezioni libere e controllate dalla comunità internazionale, così impedendo  anche una politica unitaria dell’Unione.

Ci sono labili indizi, direbbe il Commissario Maigret,  ma la ricerca delle prove è altra vicenda, e su questo – come su tante altre – siamo sicuri calerà un penoso silenzio e il sipario di una costruita indifferenza. Ma anche questo è noto  !!

Giuseppe Fauceglia

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