Oltre a illuminare la giornata più lunga dell’anno per ben 15 ore e 15 minuti, il Sole regala lo spettacolo di un’eclissi anulare, seguita in tutto il mondo da decine di appassionati del cielo. Se il solstizio scatterà alle 23,44, l’eclissi arriva a partire dalle 6,56 italiana.
«Il fenomeno è visibile molto bene soprattutto in Asia e l’Italia si trova al limite settentrionale della fascia di visibilità», ha detto Paolo Volpini, dell’Unione Astrofili Italiani (Uai). La fascia di osservabilità è una sottile linea che comprende India e Pakistan fino al Corno d’Africa, spingendosi all’interno del continente africano.
L’Italia viene appena sfiorata: per questo l’eclissi è visibile in forma parziale solo da Roma in giù, mentre dall’Italia centro-settentrionale è purtroppo impossibile osservarla. La regione più fortunata è la Sicilia, dove a Catania il fenomeno è visibile per circa un’ora, dalle 6,56 alle 7,57; nel Gargano, a Peschici, dalle 6,11 alle 7,55; a Roma ci si può alzare con pò più di calma perché l’eclissi si può osservare dalle 7,18, ma per nemmeno mezz’ora, fino alle 7,55.
L’eclissi anulare di Sole è «un’eclissi parziale speciale perché il disco della Luna non copre completamente quello del Sole», ha osservato l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope.
«Questo – ha proseguito – accade non tanto perché l’allineamento fra Sole e Luna non sia perfetto, ma perché la Luna è lontana dalla Terra e di conseguenza il suo disco appare più piccolo, al punto da non riuscire a coprire del tutto il Sole». Se India e Pakistan e parte dell’Africa potranno vedere un anello di fuoco disegnarsi nel cielo, dall’Italia lo spettacolo è molto diverso.
«A Roma, per esempio, alle 7,32 del 21 giugno il disco solare sarà intaccato da quello della Luna appena per lo 0,5%». In Sicilia la copertura prevista è invece di circa il 6%. Vale comunque la pena di alzare gli occhi al cielo, ma con le precauzioni sempre d’obbligo ogni volta che c’è un’eclissi: non bisogna mai guardare il Sole senza protezioni adeguate se non si vogliono rischiare danni permanenti alla vista