Come riporta La Repubblica, da Nord a Sud la situazione è la medesima. Nelle ultime settimane, le – poche – prenotazioni sono arrivate soprattutto dai Paesi europei più vicini, come Germania e Austria; prenotazioni che riguardano per lo più le spiagge del Nord-est. A Venezia “oggi è aperto il 70% degli alberghi con tasso d’occupazione sotto il 50% – spiega al quotidiano l’assessore al turismo Paola Mar -. Stiamo lavorando a una serie di eventi per l’autunno”.
“Di richiesta dalla Cina e dagli Usa non c’è nemmeno l’ombra e molti hotel di lusso, specie nelle città d’arte e d’affari, hanno deciso di non riaprire perché non conviene”, spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, a La Repubblica.
Sempre secondo l’Enit, i voli dall’estero acquistati per venire in Italia fino al 19 luglio sono crollati del 91,4%. D’altra parte, Federalberghi prevede un calo dell’81% delle presenze straniere in hotel per il 2020. Numeri che fanno paura, considerando che il turismo rappresenta il 13% del pil italiano. E il 50,6% degli arrivi è costituito da ospiti internazionali.
“In questo momento l’unica cosa che sta ripartendo è il turismo italiano – spiega Bocca -, ma solo su destinazioni come Liguria ed Emilia Romagna. La speranza è di recuperare un po’ di arrivi da Germania, Francia e Gran Bretagna”. “Se va bene gli hotel italiani chiuderanno con un -50%, se va male con -75%”, conclude.
“Qualche segnale positivo c’è, come le 200mila prenotazioni dall’estero e i 300 milioni di persone che sul web esprimono la voglia di un viaggio in Italia”, dice al quotidiano il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci.
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