Dal canto suo, il governatore campano Vincenzo De Luca annuncia l’arrivo dell’esercito. “Questa mattina ho avuto un colloquio con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in relazione alla zona rossa istituita negli ex palazzi Cirio di Mondragone – riferisce De Luca -. Ho chiesto l’invio urgente di un centinaio di uomini delle forze dell’ordine per garantire il controllo rigoroso del territorio. Il ministro ha annunciato l’arrivo di un contingente dell’esercito. Noi abbiamo messo in quarantena le 5 palazzine, non abbiamo voluto penalizzare tutta la città di Mondragone con ragazzi alle prese con gli esami di stato e con la stagione balneare che è partita. Faremo i tamponi alle persone della zona. Se dopo la campagna di tamponi saremo con 5-7 positivi allora possiamo stare tranquilli, ma se ci sono un centinaio di positivi chiuderemo in toto Mondragone. Massima collaborazione dai cittadini, dalla zona rossa non deve entrare e uscire nessuno. Ieri 4-5 bulgari sono scappati verso la Piana del Sele, occhi aperti tutti. Situazione Mondragone con immigrati non nasce oggi, situazione vecchia come Castelvolturno”.
Il focolaio si è rivelato dopo la scoperta di due casi positivi la scorsa settimana: prima una donna incinta che ha partorito all’ospedale Sessa Aurunca, poi un altro esponente della stessa comunità. Le autorità hanno condotto uno screening a tappeto e hanno chiuso i cinque edifici del complesso residenziale ex Cirio in una zona rossa. Nell’area vivono circa 300 italiani, quasi 200 rom bulgari ma anche cittadini di Ucraina, Tunisia, Russia, Romania, Polonia, Moldavia, nonché provenienti dal Sud America, Brasile e Venezuela, e dal Nord Africa (Tunisia e Marocco). L’area è off limits e i risultati dei test mostrano via via la presenza crescente di casi positivi. Le persone in quarantena sono circa 700 e 49 di loro sono già positivi conclamati (tutti rom bulgari ad eccezione di 3 italiani). A quanto pare, nessuno di loro è sintomatico.